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Astori, perizia shock: “Non è morto nel sonno, poteva salvarsi se…”

La diagnosi dei periti cozza con quanto rilevato in sede di autopsia

Redazione ITASportPress

A distanza di tre mesi dalla sua morte di torna a parlare di Davide Astori.

Stando a quanto riporta il Corriere della Sera, i professori Carlo Moreschi e Gaetano Thiene hanno consegnato in questi giorni l'esito della perizia sul corpo dell'ex difensore e capitano della Fiorentina trovato senza vita la mattina del 4 marzo scorso in una camera dell’hotel 'Là di Moret' di Udine, dove alloggiava con la squadra in vista della partita contro l’Udinese: tachiaritmia, accelerazione improvvisa dei battiti, cuore a mille all'ora.

Tutto questo cozza con l'autopsia: la diagnosi, infatti, è l'opposto delle ipotesi formulate inizialmente quando si parlò di bradiaritmia, cioè quando il cuore rallenta il battito fino a fermarsi definitivamente.

Secondo i periti, Astori al momento del decesso era solo e non sarebbe morto nel sonno: forse si sarebbe salvato se avesse condiviso la camere con qualcuno che magari avrebbe potuto dare l'allarme

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