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Coni, Malagò: “Interrotto il percorso di Roma 2024. Candidiamo Milano per sessione Cio 2019”

Tanta amarezza nelle parole del presidente del Coni, Malagò per aver la chiusura di Roma 2024

Redazione ITASportPress

Il Presidente del CONI, Giovanni Malagò, insieme al Vice Presidente del Comitato Promotore di Roma 2024, Luca Pancalli, e al Coordinatore Generale del Comitato, Diana Bianchedi, ha tenuto oggi una conferenza stampa al Salone d'Onore per illustrare le novità riguardanti il progetto di candidatura della Capitale per l'assegnazione della XXXIII edizione dei Giochi Olimpici Estivi.

MALAGO - Questi i tratti salienti del discorso di Malagò. "Oggi è il giorno della chiarezza. Questa mattina ho scritto al CIO la lettera con la quale interrompiamo il percorso di candidatura di Roma 2024. Forse non tutti sanno – ma siamo qui per chiarire – che il CIO riconosce come interlocutori istituzionali soltanto i Comitati Olimpici. Chiunque può scrivere al CIO, ma l’unica lettera che conta è quella del Presidente del Comitato Olimpico. Ho sempre sostenuto che per portare avanti questo progetto servivano tre gambe. Sin dall’inizio c’erano, ma una di queste – esclusivamente per motivi ideologici e demagogici – è venuta a mancare. E quindi sono stato costretto mio malgrado ad interrompere il processo ad undici mesi dalla sua conclusione e dopo quasi tre anni di attività di lobby per creare consenso all’estero su un progetto che – credetemi – sarebbe stato difficile da battere. Interrompere il processo ad undici mesi dall’aggiudicazione comunque non è un record storico. C’è un precedente, analogo, triste, ma molto eloquente che ve lo cito per farvi rendere conto di quale danno sia stato perpetrato ai danni dello sport italiano in quest’occasione. Il 4 aprile 1974 la città canadese di Vancouver candidata ai Giochi Olimpici del 1980 si ritirò dalla corsa sei mesi prima dell’assegnazione lasciando l’americana Lake Placid unica candidata. L’allora membro CIO canadese James Worrall scrisse ai governanti locali della Regione del British Columbia definendo quella scelta una decisione “tipicamente miope e basata su pensieri erronei e parrocchiali”.

Ebbene, Vancouver dopo quel rifiuto è riuscita ad avere i Giochi solo nel 2010, vale a dire 30 anni dopo. E’ vero che nel frattempo il Canada ha ottenuto altre due assegnazioni (Montreal e Calgary), ma credo che Vancouver abbia pagato un prezzo importante per quella decisione. Roma e l’Italia oggi sono di fronte ad una storia analoga. Ho il diritto-dovere di tutelare l’immagine del mio mondo che – lo ricordo – all’unanimità si era schierato in favore della candidatura, cercando politicamente di far tornare credibile agli occhi del mondo olimpico internazionale il sistema sportivo italiano e il sistema Paese Italia. In questi giorni di amarezza e di sofferenza ho studiato soluzioni alternative, mi sono confrontato con i miei stakeholders, ho verificato la fattibilità di nuovi percorsi che ridiano agli occhi dei membri del CIO una luce diversa (e magari più realistica) di quello che l’Italia sente verso il mondo olimpico.

Per questo ho deciso di candidare la Città di Milano per ospitare la sessione del CIO del 2019. E’ la prima data utile visto che nel 2017 la sessione si terrà a Lima e nel 2018, anno olimpico, sarà a Pyeongchang. Credo che la Sessione del Cio del 2019 a Milano sia il nostro primo passo per riavvicinare l’Italia dopo questa inaccettabile interruzione di Roma 2024. Una Sessione del CIO che assegna i Giochi manca dall’Italia dal 1966 e si svolse a Roma. Stavolta candidiamo Milano. Ne ho parlato col Presidente Bach e col Direttore Generale del CIO De Kepper e mi hanno mostrato ampia disponibilità a supportare questo progetto. Ne ho parlato col Governatore Maroni e col Sindaco Sala che si sono detti entusiasti. Vedete che in Italia c’è ancora qualcuno che ha a cuore il nostro movimento e solo con questi interlocutori noi possiamo voltare pagina e guardare avanti. Ma per fare ragionamenti futuri sui Giochi Olimpici in Italia dobbiamo prima rimarginare le ferite causate dall’ideologia e dalla demagogia. Se riusciremo a portare la Sessione del CIO del 2019 a Milano, sarà il primo passo verso una nuova possibile avventura. 

Durante la conferenza stampa del 21 settembre in Campidoglio la Sindaca di Roma ha detto alcuni NO. Visto che dobbiamo fare chiarezza mi permetto di smentirla su ognuno dei suoi NO. Non sarebbero stati i Giochi del Mattone, perché sono previsti solo 2 impianti nuovi su un totale di 36 e sul concetto che le 'Olimpiadi sono sempre assegni in bianco': grazie all’Agenda 2020 del CIO non sono possibili raffronti con il passato. Quelle del 2024 saranno, infatti, le prime Olimpiadi con le nuove regole volute dal CIO che, proprio per evitare spese esagerate, impone progetti contenuti in termini di investimenti, prevedendo anche impianti temporanei. Inoltre, non a caso, il progetto di candidatura di Roma prevedeva una vera e propria Olimpiade diffusa sul territorio. I Giochi avrebbero interessato, infatti, anche le città di Cagliari, Bari, Bologna, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Torino, Udine, Verona.

Non è vero neanche che anche Boston, Amburgo, Dubai e Madrid hanno detto NO come noi. Madrid si è candidata ben 4 volte, di cui le ultime 3 consecutive (per i Giochi del 2012, 2016, 2020), arrivando rispettivamente terza, seconda e terza: non ha mai ritirato la sua candidatura, ha deciso – alla luce delle sconfitte precedenti – di non tentare per la quarta volta consecutiva. Dubai e Tijuana/San Diego non hanno mai presentato alcuna candidatura. Boston in realtà non è mai stata candidata dal Comitato Olimpico Americano, ha ritirato la disponibilità a candidarsi, facendo in modo che il Comitato Olimpico Americano potesse candidare Los Angeles. Infine la situazione di Amburgo è molto diversa. Era una candidatura condizionata, per una legge dello stato tedesco, ad un referendum interno. Il referendum popolare ha raccolto il 51,6% dei NO e quindi la candidatura non è stata ratificata. Tutto il resto sono mistificazioni della realtà.

Mi permetto di smentire anche il concetto che il 70% dei romani ha detto 'no'. Anche la Sindaca è in possesso di ultimi e recenti sondaggi che danno sempre la percentuale dei romani in misura favorevole rispetto ai contrari. Non ce n’è stato uno che ha dato esito diverso sia quelli commissionati dal Comitato sia quelli indipendenti (alcuni dei quali ci hanno persino sorpreso in positivo come quello del Condacons). Non sarebbero stato le Olimpiadi dello spreco: la città di Roma non avrebbe pagato un euro perché le spese sarebbero state interamente a carico del CIO e del Governo. Il 70% degli impianti interessati al progetto di candidatura erano già esistenti. Il 24 % sarebbe stato temporaneo e solo il 6% da costruire. Inoltre la gestione dei Giochi sarebbe stata fatta da persone scelte dal Comune. Bastava leggere attentamente il dossier per sapere queste cose. Non è vero, infine, che ancora paghiamo i debiti delle Olimpiadi del 1960. Mi dispiace ma non è così: il Commissario al debito del Comune di Roma Silvia Scozzese mi ha fatto pervenire una relazione (tra l’altro deposita ad aprile scorso alla Camera dei Deputati, bastava chiederla per ottenerla…) in cui si chiarisce che la cifra è riferita al complesso degli espropri effettuati in 40 anni, ovvero tra il 1950 al 1990, e che quelli relativi a Roma1960 ammontano a poche centinaia di migliaia euro (per via di cause in corso).

Nella conferenza della Sindaca c’è stato un sì, ma negativo. 'E’ da irresponsabili dire sì. Stavolta invece ci sarebbe voluto un no: è da irresponsabili dire no e rinunciare ai soldi del CIO (1,7 miliardi) e del Governo (circa 4 miliardi), con cui si realizzerebbero tutte le opere di cui la città ha bisogno (metropolitana, anello ferroviario, collegamento Termini-Fiumicino, recupero Stadio Flaminio, rigenerazione palestre e impianti sportivi comunali); è da irresponsabili rinunciare ai 177.000 nuovi posti di lavoro e all’aumento della ricchezza (PIL) del 2,4% previsto dal 2017 al 2023.

Interrompendo il cammino di Roma 2024, è chiaro ed evidente che anche il Coni e la Coni Servizi dovranno rimodulare e rimodellare i loro impegni e le loro strategie sia in termini di sviluppo organizzativo sia di impiantistica sportiva. D’ora in avanti concentreremo sforzi e interessi esclusivamente sui nostri asset che a Roma sono il Centro di Preparazione Olimpica Giulio Onesti e il Parco del Foro Italico, un’area che il mondo ci invidia e sui quali la Coni Servizi da oltre un decennio ha investito e continuerà a farlo. In quest’area da 80 anni si celebrano gli Internazionali di Tennis, da 10 anni in joint venture con Coni Servizi: da 53 anni si disputa il Sette Colli di Nuoto, da quattro anni in joint venture con Coni Servizi, da 36 anni si disputa il Golden Gala di Atletica Leggera, poi diventato tappa di Diamond League e da 6 anni in joint venture con Coni Servizi, dal 2008 si disputa a gara unica la finale della Coppa Italia di calcio intitolata al Presidente della Repubblica in totale sinergia con Coni e Coni Servizi, dal 2012 è stato portato il Sei Nazioni di Rugby, da 5 anni in joint venture con Coni Servizi, dal 2015 ospitiamo allo Stadio dei Marmi il Global Champions Tour di Equitazione, in joint venture con Coni Servizi. Tutto questo ha portato negli ultimi 10 anni ad un fatturato globale di oltre 260 milioni di euro con un impatto potenziale sulla città di circa un miliardo di euro se prendiamo come indice di riferimento lo studio fatto da Luiss e Ernst & Young per la Federtennis relativamente al 2015.

In quest’area negli ultimi 56 anni si sono disputati: una Olimpiade, un mondiale di calcio, due Europei di calcio, 4 finale di Coppa dei Campioni, poi Champions League, una finale di Coppa Uefa, due mondiali di Nuoto, un mondiale di Atletica Leggera, un Europeo di Nuoto, un Europeo di Atletica leggera, un Mondiale di Beach Volley, un Mondiale di Pentathlon Moderno. Nessun NO potrà mai cancellare la nostra storia. Ma guardiamo al futuro, alla ristrutturazione del Giulio Onesti, per il rifacimento Palazzetto Polivalente e costruzione nuovi impianti per Taekwondo e Rugby, il potenziamento del Laboratorio Antidoping e dell'Istituto di Medicina e Scienza dello Sport, il miglioramento quantitativo e qualitativo delle strutture ricettive della foresteria. Nel Parco Parco del Foro Italico è prevista la copertura del Centrale entro il 2019 altrimenti rischio che ATP, modificando i criteri di accesso al Master 1000, dequalifichi il Torneo oppure ci chieda altra sede (col rischio concreto che gli Internazionali possano andare altrove). Nell’estate del 2017 avvio dei lavori di ristrutturazione dello Stadio Olimpico così come richiesto dall’Uefa per gli Europei 2020 fortemente voluti dalla Federcalcio e dal CONI.

C'è un tema di educazione anche nella modalità. Nella mia testa avrei avuto tre nomi per una governance ideale per Roma 2024. Presidente del comitato organizzatore Nerio Alessandri, non un immobiliarista, non un romano, personaggio noto e gradito al CIO . A supervisionare il tutto il senatore a vita architetto Renzo Piano e la terza persona era il generale Enrico Cataldi, Procuratore Generale dello Sport, che è stato anche contattato dallo stesso Comune. Sarebbe stato difficile dire di no a questi nomi, li avrei fatti alla sindaca se mi avesse incontrato. Invece non abbiamo neanche mai potuto aprire il dossier. Domani presenteremo con il Premier Renzi i risultati dei 180 interventi analitici previsti nell'ambito del progetto 'Sport e Periferie', spero che Roma trovi le risorse per prevedere comunque interventi importanti, penso al Flaminio e alle Vele e ai palazzetti. Ringrazio tutto il Comitato, i membri del CIO Franco Carraro, Mario Pescante e poi Ivo Ferriani, Manuela Di Centa, senza dimenticare Bruno Grandi e Francesco Ricci Bitti, quindi tutta la struttura del CONI e chiunque abbia lavorato su questo progetto. Il CIO era imbarazzato più di noi. Ci hanno riconosciuto di aver fatto più del massimo. Ringrazio anche Luca di Montezemolo: ha lavorato gratis e ci avrebbe permesso di avvicinare e prendere il 20% dei voti. Grazie anche ai testimonial. Mi dispiace anche per Luca Pancalli. Per il suo mondo la legacy ha ancora più importanza alla luce dei riscontri ottenuti dalle città che hanno ospitato recentemente i Giochi. Oggi dovevo fare chiarezza. Vi ho raccontato la storia, vi ho descritto il presente, vi ho illustrato un nuovo futuro con le sfide che ci attendono. Alcune non passeranno da Roma, altre sì a condizione che non si dicano altri 'no'. Altrimenti dovremo rivisitare il vecchio proverbio dicendo: “Non tutte le strade portano più a Roma”.

Luca Pancalli, Vice Presidente del Comitato Promotore e Presidente del CIP, ha sottolineato i concetti di Malagò. "Provo una profonda amarezza, mi sento derubato di una speranza. Da cittadino, di dimostrare che questo Paese può cambiare veramente e organizzare un grande evento sportivo, evitando gli errori del passato. Da uomo dello sport, per la mortificazione di non essere riuscito a confrontarci tra il nostro punto di vista e la visione dell'amministrazione. Forse non siamo stati abbastanza bravi noi a comunicarla ma non abbiamo neanche avuto la possibilità di farlo".

L'intervento di Diana Bianchedi, Coordinatore Generale di Roma 2024, ha chiuso la conferenza. "In questi ultimi 15 giorni, dopo il mancato incontro con la sindaca Raggi, in tanti mi hanno chiesto cosa le avrei detto. Non credo che alla fine sarei entrata nel tema del dossier, ma lei avrei chiesto semplicemente: perché tutta questa fretta? Non è facile cercare di essere lucida, sapevamo tutti cosa sarebbe successo oggi. Ma gli atleti fino all'ultimo provano a combattere. Ci ho creduto e credo che oggi, nonostante il clima che si respira, qualcosa abbiamo dimostrato in termini di cambiamento. Abbiamo mandato la seconda parte del dossier perché dopo la fase 1 abbiamo lavorato a ritmi serratissimi per produrre un lavoro serio e credibile. E lo abbiamo consegnato proprio per dimostrare la serietà del lavoro e la profondità dell'analisi fatta. Credo sia stato coerente con il lavoro fatto, per dimostrare che non abbiamo nascosto mai niente. E lasciamo alle altre candidate uno spunto importante".