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Barcellona, il fondo DIS attacca Neymar: “Siamo stati ingannati, carcere per il brasiliano”

"La giustizia penale è la priorità, il denaro passa in secondo piano"

Redazione ITASportPress

Guai in vista per Neymar e famiglia. Nella giornata di ieri, l'Alta Corte di Madrid ha respinto l'appello del giocatore del Barcellona per la nota vicenda del suo passaggio dal Santos al club blaugrana. Respinti anche gli appelli della società, del padre-manager dell'attaccante, della madre Nadine Gonalvez da Silva, dell'azienda di famiglia N&N., del presidente del Santos, Odilio Rodrigues e dell'ex numero uno del Barcellona, Sandro Rosell. Il brasiliano rischia due anni di carcere e una multa salatissima. Intanto, il fondo DIS, che deteneva il 40% dei diritti del calciatore, chiede la massima pena; queste le parole dell'avvocato fondo d'investimento, Paulo Nasser ai microfoni di UOL Esportes: "I nostri clienti vogliono giustizia, non c'entrano i soldi. La giustizia penale è la priorità, il denaro passa in secondo piano. Sono stati ingannati, sono stati vittime di un business fraudolento. La Procura della Repubblica di Spagna, il DIS e la Federazione degli atleti professionisti concordano sul fatto che una delle sanzioni che devono essere applicate al giocatore sia la reclusione. C'è anche la possibilità di una squalifica professionale, in modo che non possa più esercitare il proprio lavoro di calciatore".