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Bayern Monaco, Lahm: “Io come Rosberg. I selfie sono una maledizione”

Lahm (getty images)

Lunga intervista concessa a La Repubblica dal capitano dei bavaresi

Redazione ITASportPress

Lunga intervista concessa a La Repubblica da Philipp Lahm; ecco quanto dichiarato dal capitano del Bayern Monaco che a fine stagione appenderà le scarpe al chiodo: "Il mio vantaggio è che ho sperimentato la fine, nel 2014, con la Nazionale. So come prepararmi mentalmente a ciò che verrà. La mia idea è che la misura sia colma. Il calcio attivo per me è un capitolo chiuso. È stato un periodo fantastico, sono grato per tutto. Se in futuro guarderò le partite alla tv oppure da spettatore allo stadio, so che mi divertirò ancora. Ma non sono un'eccezione. Nico Rosberg si è fermato da campione del mondo, e anche Magdalena Neuner ha smesso molto presto con il biathlon".

DIRIGENTE - "La proposta non è andata in porto, ma non per un punto in particolare. Dissero che avrei dovuto iniziare nell’inverno 2017, ma per me in questo caso la pausa sarebbe stata troppo breve e non sarei riuscito a sviluppare una sufficiente distanza dal calcio giocato. A mio avviso è importante che la squadra abbia l’opportunità di distanziarsi dall’idea di me giocatore. E per i dettagli del mio ruolo futuro avevamo idee diverse. Alla fine ho constatato che non era ancora il momento giusto per quel tipo di scelta. Erede di Rummenigge? Nel calcio è molto difficile prevedere che cosa accadrà tra due o tre anni. Per me ora quel che conta è riuscire a mettere distanza, iniziando a fare qualcosa di nuovo al di fuori del calcio dopo il mio ritiro".

KHEDIRA - "Il veto su Khedira? Un giocatore non potrà mai impedire o favorire un acquisto o una cessione. Questo vale anche per me. Certo, la mia opinione nel club ha molto peso, anzi, ha avuto molto peso. Ma che io decida su chi va e chi arriva, no, questo non è mai successo".

TWEET NOIOSI - "Io noioso su Twitter? Non ho problemi con queste cose. Su Twitter, Facebook e gli altri social ognuno è libero di scegliere se seguire o mettere 'mi piace' a qualcuno, a qualcosa. Chi è interessato a me, a ciò che faccio, può seguirmi. Gli altri possono anche non farlo. Sono abbastanza rilassato in proposito. Non troverà dei miei selfie in casa o in spogliatoio. Raramente posto foto di una vacanza. La sfera privata deve essere privata. Per noi giocatori i selfie sono davvero una maledizione. Questo va detto con chiarezza. Prima, nessuno aveva con sé la macchina fotografica sempre e dovunque. Oggi invece è così. Che io stia facendo benzina o concedendomi da qualche parte un bicchiere di vino oppure facendo due passi nel centro storico, tutti hanno uno smartphone e possono scattarmi una foto".

L’intervista completa in edicola con “La Repubblica”