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Chelsea, Conte: “Futuro? Qui mi apprezzano. Vinco sempre, ma resta quel sottofondo…”

"Durante la partita sono pronto a far tutto per far vincere i miei. Parto dal presupposto che lì, sul terreno di gioco, la regola è: morte tua, vita mia"

Redazione ITASportPress

Lunga intervista rilasciata ai taccuini del Corriere della Sera da Antonio Conte, fresco vincitore della Premier League; ecco quanto dichiarato dal manager italiano del Chelsea che domani proverà a fare il "double" cercando di battere l'Arsenal in finale di FA Cup:

SINCERO"Non mi aspettavo di cominciare così. Mourinho aveva fatto la storia, ma il Chelsea veniva da un decimo posto e i problemi c’erano. Un sacco di persone, me le ricordo, erano dubbiose sul fatto che io potessi portare qui il mio metodo. Che non è maniacale, ma studiato, ragionato. La vittoria non cancella le difficoltà, però soddisfa ancor più me e la squadra. I soldati vanno in guerra, ma se non vogliono andarci è impossibile avere un buon generale".

PAZIENZA - "Ho scoperto una pazienza che non pensavo di avere: mi sento più completo, migliore".

FA CUP - "A inizio stagione non ci davano neppure tra le prime quattro, ora c’è la finale, ma partiamo sfavoriti. Abbiamo vinto la Premier League, potremmo essere già sazi e non avere la stessa fame dell’Arsenal che con la FA Cup salva la stagione. La fame è fondamentale".

TATTICA - "Mi riconoscono la passione genuina e di aver portato qualcosa di diverso. Il Chelsea è la prima squadra a conquistare il titolo giocando a tre dietro".

PARTITA"Durante la partita sono pronto a far tutto per far vincere i miei. Parto dal presupposto che lì, sul terreno di gioco, la regola è: morte tua, vita mia. Non c’è scampo. L’importante è che ci sia rispetto. Finita la partita, finito tutto. Siamo animali da campo".

ABRAMOVICH - "Al primo incontro mi disse: voglio un’identità per la mia squadra, gli altri devono riconoscerci. Vuole essere coinvolto sempre. La settimana in cui abbiamo perso con l’Arsenal è stato qui tre giorni interi a vedere allenamenti e a parlare con me".

FUTURO - "Stiamo progettando il futuro. Quest’anno avevamo una base di 13-14 buoni giocatori, l’anno prossimo con la Champions League dobbiamo aumentare la rosa nei numeri e nella qualità. La base ora c’è, bisogna metterci le ciliegine. Ho ancora due anni di contratto, dimostrano di apprezzarmi, condividono le mie idee e il mio progetto. Quando vai di pari passo nella costruzione di alcune cose sei abbastanza sereno. E non è questione se Abramovich mi accontenta. Nel mio percorso di allenatore non mi hanno mai dato chissà che. Magari uno chiede, ci sono altri che sono bravi non solo a chiedere, ma anche a farsi accontentare. Io chiedo, ma devo imparare la via giusta per farmi accontentare. Sotto questo punto di vista devo crescere molto. A chiedere sono bravi tutti, i fenomeni sono quelli che ottengono. Qui c’è condivisione di un progetto, sanno che la rosa va rinforzata".

SOTTOFONDO - "Tutti ricordano sempre i miei tre scudetti con la Juventus. Il mio percorso è stato però sempre lo stesso. Con Bari, Siena, Juventus e Chelsea, ho sempre vinto. E con la Nazionale siamo usciti ai quarti di finale degli Europei ai rigori. Eppure c’è sempre stato un sottofondo: 'Conte è bravo, però...'. C’è sempre stato un 'però...' e non ho mai capito perché. La verità è che per uno che ama fare con la sua testa e non scende a compromessi ci sarà sempre un però. Diventi una persona difficile da gestire. 'È bravo, però... ha vinto solo in Italia'. Adesso ho vinto in Inghilterra e diranno: 'È bravo, però... vediamo se si riconferma'. Oppure: 'È bravo, però... deve dimostrare in Champions League'. Io la Champions League l’ho fatta con la Juventus che era agli albori".

FAMIGLIA - "Con mia moglie abbiamo preferito aspettare i primi sei mesi, poi è venuta a Londra. A gennaio si sarebbe dovuta trasferire, ma non volevamo far lasciare la scuola a metà anno a mia figlia. L’anno prossimo la famiglia si trasferisce".

ITALIA - "Un gruppo con Buffon, Chiellini, Barzagli, Bonucci, Marchisio ha una base importante. Stanno crescendo buoni giovani e Ventura è l’uomo giusto. E Donnarumma è un predestinato".

TOTTI - "Se corpo e mente gli rispondono 'ok' ed è pronto ad andare al campo ogni giorno, perché smettere? Anche perché quando finisci finisci, non si torna più indietro".