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Zenit, il sì di Mancini all’Italia ha scatenato la rabbia del club

(Getty Images)

Il club russo non ha digerito il fatto che lo jesino sia andato a parlare con i vertici federali italiani senza far sapere nulla

Redazione ITASportPress

Il tecnico dello Zenit, Roberto Mancini si avvicina sempre di più vicino alla panchina della Nazionale. L’ex tecnico dell’Inter ha ormai un accordo con i vertici federali per succedere al c.t. Ventura, e a Di Biagio che per le partite amichevoli con Argentina e Inghilterra, ha occupato la vacante panchina azzurra. Ma c'è un problema con lo Zenit che oggi illustra la Gazzetta dello Sport. Il problema è che il campionato russo è in corso. Mancano due giornate e lo Zenit è in lotta per la Champions: è quarto, rischia di perderla (con i suoi 30/40 milioni minimi in caso di qualificazione), Sarebbe un brutto colpo. Il presidente Fursenko, raccontano i media di San Pietroburgo, sta meditando di reagire in qualche modo. Ma come? Nessuno può impedire a Mancini di liberarsi dello Zenit e diventare c.t. italiano. Oltretutto è un allenatore, non un giocatore, quindi per lui non vale il divieto di essere contattato prima degli ultimi 6 mesi di contratto. Non sono neanche previste sanzioni sportive in caso di rottura unilaterale del contratto, che poi è quello che Mancini proporrà il 14 maggio a fine campionato. Ma sarà una rottura «senza giusta causa». Va ricordato che Mancini in caso di licenziamento, riceverà ben 9 milioni di euro dallo Zenit visto che è stato inserito sul contratto questa clausola se il rapporto si interromperà prima della naturale scadenza. Lo stipendio di Mancini è di 4,5 milioni di euro all’anno, e il contratto è valido fino alla fine della stagione 2019/20. Lo Zenit dunque, in caso di licenziamento anticipato dell’allenatore, dovrà pagare tutto l’importo in base al contratto ma in questo caso sarà il mister jesino a farsi da parte.