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Atalanta, Gasperini: “Voglio tutto. Qui ho considerazione, ma se chiama l’Italia…”

Lunga intervista rilasciata dall'allenatore della "Dea" ai taccuini di TuttoSport

Redazione ITASportPress

Calendario fitto di impegni per l'Atalanta, che fino al 4 marzo sarà impegnata in Serie A, Tim Cup ed Europa League. Gian Piero Gasperini, allenatore della "Dea", ha fatto il punto della situazione durante un'intervista rilasciata ai taccuini di TuttoSport:

OBIETTIVI - "Io non rinuncio proprio a niente. Voglio onorare al massimo tutte le competizioni con la speranza che poi qualcosa mi resti in mano. Continuiamo così. l’Europa League ora ci attizza ma bisogna tornare all’inizio, all’estate. Eravamo partiti con l’intenzione di fare una bella figura, il girone era ostico. Poi strada facendo abbiamo visto la possibilità di qualificarci al turno successivo e l’abbiamo colta. Gli obiettivi non si possono fissare in modo definito all’inizio della stagione, ma li costruisci volta per volta. Col Borussia Dortmund non siamo i favoriti, ma cercheremo di metterli in difficoltà. Non posso dire che la spunteremo noi, ma sicuramente ci giocheremo le due partite al meglio. Abbiamo l’ambizione di voler spostare più in alto l’asticella. Anche in Coppa Italia contro il Napoli pareva che l’Atalanta non avesse possibilità e invece siamo andati avanti noi. Insomma, ribadisco che noi non molliamo niente. Chi preferisco eliminare tra Borussia Dortmund e Juventus? Mah, facciamo tutte e due".

QUALITA' - "Io ho lavorato su tutti e non ho escluso nessuno. Poi è chiaro che ci sono diversità di valori. Per esempio: Gomez e Caldara sono due big, tra l’altro difficilmente saranno in campo giovedì perché infortunati, il loro peso specifico all’interno del collettivo è molto alto. Ma nell’Atalanta c’è una base che è ancora più importante dei singoli e che ci permette di sopperire alle assenze. Ma senza giocatori di qualità non puoi restare in alto a lungo".

MERCATO - "Una società come la nostra ha la necessità di un discreto ricambio nell’organico. Esiste ancora una forte disparità economica tra i club medio-piccoli e i grandi e quindi vendere alcuni giocatori diventa una necessità. Mi è successo anche in passato. Certo, a me un po’ dispiace, ma quando un presidente mi dice: 'devo cedere per poi pagare gli stipendi a tutti e senza licenziare nessuno', beh, questa è una bella motivazione. Oppure se, come accade all’Atalanta, si vende per poi investire in strutture e portare avanti un determinato progetto, come faccio a oppormi? Semmai mi posso arrabbiare se non condivido il progetto".

PRESENTE - "Vivo questo momento con grandissima soddisfazione. A Bergamo sto compiendo cose che avevo già fatto al Genoa, ma senza riconoscimenti soprattutto mediatici. Qui ho un 'ritorno' molto importante, a Genova mi stimavano solo i tifosi. Qui, invece, sento una grande considerazione e l’entusiasmo della gente".

FERRARIS - "Genoa e Sampdoria che comprano lo stadio insieme? Mi sembra una sciocchezza e neppure una gran soluzione. Anche se pare sia inevitabile".

ITALIA - "Io commissario tecnico? Ho sentito anch’io queste voci, è un bel riconoscimento. Ma non ho notizie dirette. Tuttavia, non avrei nessuna difficoltà ad assumere quel ruolo anche se ovviamente il mestiere del commissario tecnico è altra cosa rispetto a quello dell’allenatore".

FUTURO - "Guidare una big? Non mi ricordo di essere mai stato in una grande squadra. L’Inter? Ma quella mica era una grande squadra, almeno come valori tecnici. Estero? Non amo molto quel tipo di esperienza. Io sto bene in Italia, nel mio mondo. Per espatriare dovrebbe arrivarmi qualcosa di davvero importante e affascinante. So che gli allenatori italiani ovunque vadano fanno bene. La nostra scuola è la migliore anche perché la Serie A è il campionato più difficile".

CARRIERA - "Anni di settore giovanile, Crotone, Genoa, altre esperienze e infine l’Atalanta. Sono stato bene in queste realtà a cui sono legatissimo ed ho ricevuto gratificazioni personali che valgono più di ogni altra cosa. Sportivamente poi ho ottenuto risultati soddisfacenti. Non credo che vinca solo chi si aggiudica lo scudetto, ma anche chi raggiunge gli obiettivi fissati dalla propria dimensione".