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Cagliari, Barella: “Rappresento un popolo. Se andrò via sarà solo per ambizione…”

La nuova stella del calcio italiano si confessa dopo gli ottimi primi passi mossi con la Nazionale

Redazione ITASportPress

La Nazionale italiana è in ricostruzione, ma a poco meno di un anno dal punto di non ritorno segnato dalla partita contro la Svezia che determinò la mancata qualificazione al Mondiale, la luce in fondo al tunnel inizia a vedersi.

Il gioco e adesso anche i risultati, grazie alla vittoria in extremis in Polonia che ha scacciato l'incubo della retrocessione nella Lega B della Nations League, sono punti di partenza importanti per il ct Mancini in vista delle qualificazioni ad Euro 2020, così come lo è l'ottimo inserimento nel gruppo di Nicolò Barella.

Ancora in età da Under 21, il centrocampista classe '97 del Cagliari ha convinto nelle prime due gare giocate in azzurro contro Ucraina e Polonia e sembra già un punto fermo del nuovo ciclo.

Intervistato da "Sport Week", settimanale de La Gazzetta dello Sport, Barella ha parlato da tifoso convinto del Cagliari, allontanando l'ipotesi di lasciare la maglia rossoblù, almeno nell'immediato:

ORGOGLIO SARDO - "A spingermi non è solo il tifo, ma la passione di una comunità intera, mi sento parte di un popolo. È un orgoglio . Più di altri gioisco delle vittorie e soffro nelle sconfitte. Se è vero che tifavo Inter? No, ho sempre tifato Cagliari , ma in casa mia sono tutti interisti e quindi da bambino ero contento quando l'Inter vinceva. Se dovessi andare via non sarà mai per soldi, ma solo per ambizione e se succederà resterò sempre lo stesso: mi tolgo i miei sfizi, ad esempio colleziono vini, ma non gioco a calcio per farmi la macchina bella. Non interessano il super attico o la Ferrari, anche se forse quando avrò i soldi me la comprerò...".

SVOLTA COMO - Di Barella si parla da anni come un predestinato, eppure c'è stato anche un punto in cui la carriera sembrava non decollare, quando il Cagliari lo cedette in prestito al Como nella stagione della promozione in A, 2015-2016: "I sei mesi a Como mi hanno cambiato. Lasciai casa per la prima volta, quell'esperienza mi servì a capire cosa stavo perdendo, perché lottavo per la salvezza in B invece che per la promozione con la squadra della mia città".

'IO E IL NINJA'– Nei giorni scorsi un illustre predecessore a Cagliari, Radja Nainggolan, si è paragonato a Barella: “Il paragone ci sta – il parere di Nicolò - Ma lui ha più forza fisica e gioca spesso più avanti, da trequartista. Io mi sento mezzala, da trequartista sono libero di muovermi, ma sono meno utile nella riconquista del pallone.

'NON SONO CATTIVO' - Infine una specifica sul proprio stile di gioco, da molti ritenuto troppo aggressivo: “Se prendo molte ammonizioni non vuol dire che sono cattivo. Io voglio vincere e non mi piace togliere la gamba, non voglio che l'avversario passi e questo mi porta a commettere falli che potrei evitare. I tifosi mi rimproverano perché dicono che mi lamento sempre, ma è perché penso di essere nel giusto".