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Chiellini: “La Nazionale dà emozioni uniche. La delusione per la mancata qualificazione al Mondiale resterà per sempre”

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Il difensore della Juventus toccherà contro il Portogallo quota 100 presenze in Azzurro: "Traguardo inimmaginabile"

Redazione ITASportPress

Ha appena vinto in casa del Milan da capitano della Juventus e in generale è reduce da un ruolino da record nel primo scorcio di stagione, con 15 vittorie sulle 17 partite ufficiali giocate tra campionato e Champions.

Adesso, però, Giorgio Chiellini si appresta a vivere un'emozione unica, quella per le 100 partite con la maglia della Nazionale.

Un traguardo toccato solo da quattro giocatori, Buffon, Cannavaro, Maldini, De Rossi, Pirlo e Zoff, vere e proprie icone azzurre e dell'intero calcio italiano e un traguardo che il difensore livornese raggiungerà il 17 novembre contro il Portogallo, curiosamente 14 anni esatti dopo il debutto in Nazionale, datato 17 novembre 2004 in amichevole contro la Finlandia a Messina, sotto la gestione di Marcello Lippi.

Intervistato da Sky Sport, Chiellini non nasconde la particolarità del momento: "Il 17 novembre del 2004 ho fatto il mio esordio e se tutto va come deve andare, il 17 novembre del 2018 taglierò il traguardo delle 100 partite. È qualcosa che va anche oltre ai sogni che si fanno da bambino. La maglia azzurra è speciale, perché rappresenti la tua Nazionale, fai vivere emozioni a tutto un paese che ha qualcosa di impareggiabile. La tensione che si prova a giocare con la Nazionale non si raggiunge neanche nelle partite più importanti con il proprio club. La fascia è solo un simbolo, io non sarò mai uguale a Gigi o ad altri capitani che ho avuto la fortuna di avere, come Cannavaro e Del Piero".

Una bella dichiarazione d'amore per l'Azzurro, ma a proposito di emozioni, a Chiellni mancheranno per sempre quelle di un Mondiale, avendo giocato appena cinque partite nelle fasi finali della competizione, tra due eliminazioni al primo turno e la mancata qualificazione a Russia 2018: "Purtroppo è un rammarico che mi porterò per sempre, per le due eliminazioni al primo turno e per il non essere andati in Russia. Resta un vuoto, per noi più vecchi, ma anche i giovani. La speranza è che serva per ripartire con un progetto a medio-lungo termine, che si riparta dalle basi per capire cosa serve al calcio italiano".

E pensare che, dopo la partita contro la Svezia, anche Giorgione ha pensato all'addio: "Ho fatto una lunga riflessione e ho pensato che la Nazionale è qualcosa che non puoi rifiutare. Finché l'allenatore ti chiama, hai un obbligo morale di rispondere".