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De Laurentiis all’attacco: “De Magistris stia attento o lo porto in tribunale. Tra 7-8 partite vedremo il vero Napoli”

Il presidente azzurro parla di tutto alla vigilia del campionato: "Tifosi contestatori? Una piccola minoranza"

Redazione ITASportPress

S'accende la temperatura dello scontro tra Aurelio De Laurentiis e il sindaco di Napoli Luigi De Magistris. Dopo il duro affondo del primo cittadino riguardo ciò che non sarebbe stato fatto da ADL sulle condizioni del San Paolo, il presidente del Napoli ha risposto in maniera altrettanto cruda in un'intervista concessa a Il Mattino, nella quale il numero uno azzurro si è intrattenuto anche su temi calcistici alla vigilia dell'inizio del campionato, sul campo della Lazio:

CASO STADIO - "Ciò che ha detto De Magistris è la dimostrazione che lui non sa nemmeno quello che succede a casa propria: abbiamo in­vestito nel San Paolo tantissimi soldi, De Magistris deve stare at­tento sennò gli scateno addosso il mio pool di legali, la smetta di fare il Masaniello. Quando gli feci notare, tre anni fa, che il San Paolo era un cesso e gli feci una proposta di investimento personale di 18 milioni, Auricchio si permise di snobbarmi, asserendo che il Comune avrebbe messo 25 milioni per il restauro del San Paolo attraverso il Credito sportivo. Era in malafede o ignorava che una banca non può finanziare un Comune in dissesto? Se non fossi andato di persona dal governa­tore De Luca e mi fossi fatto dare 15 milioni per la struttura, ne­anche i sediolini avremmo cam­biato. Non dobbiamo fare i perbenisti o scandalizzarci quando si dicono certe cose. Ci sono dei problemi di sicurezza in tutti gli stadi più importanti d’Italia e il capo della polizia Gabrielli lo sa".

CONTESTAZIONE - De Laurentiis si è poi soffermato sulle dure contestazioni verso l'operato della società, partite già dal primo giorno di ritiro. Un'occasione per spiegare la politica di mercato condotta dal club: "L’errore è quello di non distinguere il tifo generale da una piccola minoranza delle curve. Vorrei vedere chi sono coloro che hanno affisso i manifesti in città sin dai primi giorni del ritiro a Dimaro quando il mercato si era appena aperto. È chiaro che c’è uno scontro frontale tra la società e delle piccole frange di tifosi delle curve. Loro ragionano con il cuore e questo è apprezzabile e condivisibile però è altrettanto vero che non parliamo più di club, ma di società per azioni e che bisogna fare impresa. Quindi le motivazioni del cuore devono convivere almeno al 50 per cento con la ragione. E la ragione è solo la matematica: avevo una squadra che ha fatto 91 punti, il record della storia del Napoli e non ho venduto nessuno. Il rinnovo di Koulibaly mi è costato più di un grandissimo acquisto, tergiversare con il Chelsea mi ha permesso di arrivare all'accordo che il Chelsea non può comprare i nostri calciatori: avessi voluto speculare avrei venduto per 300 milioni Tizio, Caio e Sempronio e avrei ricomprato con una manciata di milioni dieci giocatori".

ORGANICO STELLARE - Infine un "benvenuto" ad Ancelotti con tanto di esortazione a valorizzare la rosa reduce da 91 punti...: "Mi aspetto che quando arriva un nuovo allenatore si faccia reciprocamente tesoro delle rispettive esperienze: noi di lui e lui di questi ultimi tre anni di un Napoli che è cresciuto con grandi campioni. Se avessimo cambiato molti giocatori avremmo dovuto aspettare il loro amalgama, Ancelotti ha subito preferito allenare questi campioni che ritiene interessanti, ma ci servono pazienza e tempo: vedremo il vero Napoli solo tra 7-8 partite. Nessuno può mettere in discussione una figura come Ancelotti come nessuno può discutere un organico che ha portato 91 punti ed è stato rafforzato da Verdi, Ruiz, Karnezis, Malcuit e Ospina per dare tempo a Meret di rientrare".