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Gentile: “La speranza di tornare ad allenare non l’abbandonerò mai…”

"Sto ancora pagando il fatto di aver detto no quando mi hanno proposto di far giocare ragazzi che io non ritenevo all’altezza dell’Under 21"

Redazione ITASportPress

Claudio Gentile, ex commissario tecnico della Nazionale italiana Under 21, intervistato dal QS - Il Giorno, ha parlato di Juventus e Fiorentina, in vista del big match di domenica sera. Il campione del mondo del 1982, ha rilasciato anche delle dichiarazioni sul suo futuro: "L’ho già detto qualche tempo fa: per ancora 2-3 anni sarà difficile per le avversarie strappare il campionato ai bianconeri. I motivi sono tanti: merito della Juve, innanzitutto, che sta indovinando tutti gli acquisti e sa valorizzare i giocatori che vende, come è successo con Pogba. Le avversarie tradizionali, ossia le due milanesi, stanno vivendo una fase di transizione con l’acquisto da parte delle cordate asiatiche che non permettono di farle tornare competitive in tempi brevi. Champions League? Difficile dirlo perché dipende come la squadra arriverà alla fase decisiva, tra marzo e aprile. Le premesse ci sono tutte perché il mercato è stato spumeggiante: la Juve, secondo me, è tra le prime quattro squadre d’Europa. Barcellona e Real Madrid comprano sempre i migliori per restare al vertice, anche i bianconeri stanno facendo la stessa cosa".

FIORENTINA - "Credo che al di là delle polemiche che sono all’ordine del giorno in una città passionale come Firenze, il lavoro di Paulo Sousa sia stato positivo, considerando che, come ho già detto ha una squadra molto giovane. La lotta per l’Europa è ancora aperta. Antognoni? Poteva fare una carriera migliore se avesse lasciato la Fiorentina per andare in qualche grande squadra, invece si è legato ai colori viola, diventando un simbolo. È un patrimonio del calcio italiano e farà molto comodo alla Fiorentina".

NOSTALGIA DELLA PANCHINA - "Sto ancora pagando il fatto di aver detto no quando mi hanno proposto di far giocare ragazzi che io non ritenevo all’altezza dell’Under 21. Questo mi ha messo contro molte società e soprattutto la Federcalcio. Così, dopo aver vinto da allenatore dell’Italia Under 21 l’Europeo e subito dopo la medaglia di bronzo olimpica, sono stato mandato via. Le ricordo che sette miei giocatori due anni dopo, nel 2006, sono diventati campioni del mondo. «Ricevo molte richieste dall’estero però non capisco perché non posso allenare in Italia. Mi hanno fatto terra bruciata intorno, sono uno che non sta al sistema, è possibile che chi è onesto non trovi una sistemazione? Sono ancora fermo, ma la speranza di tornare ad allenare non l’abbandonerò mai...".