calcio

I NUMERI DEL CALCIO, il 3: da Facchetti e Brehme a Roberto Carlos, i terzini che non si accontentavano di difendere

Furono Pozzo e Meisl ad ideare lo schieramento con due difensori arretrati (o terzini): il primo, il discendente del numero 3 odierno, era chiamato “di volata” e si occupava di marcare direttamente l’attaccante avversario mentre il...

Redazione ITASportPress

Furono Pozzo e Meisl ad ideare lo schieramento con due difensori arretrati (o terzini): il primo, il discendente del numero 3 odierno, era chiamato “di volata” e si occupava di marcare direttamente l'attaccante avversario mentre il secondo veniva denominato "di posizione" perché aveva il compito di presidiare l'area di rigore: una sorta di libero ante litteram. Con l’evolversi continuo degli schemi tattici i due terzini sono diventati di fatto gli uomini dediti alla copertura della fascia: il terzino sinistro è per tradizione più elegante e offensivo del terzino destro ed è stato probabilmente il ruolo più suscettibile a cambiamenti essendo passato da una posizione con compiti puramente difensivi (o distruttivi) ad un ruolo più ampio, quasi un tutt’uno con l’ala.

Andiamo alla scoperta dei numeri 3 che hanno fatto la storia del calcio e di quelli che la faranno; i primi due nomi appartengono alla categoria degli originari terzini difensivi: Virgilio Maroso, che è considerato il più grande terzino sinistro della storia del calcio italiano e vinse tre campionati con la maglia del Grande Torino collezionando 103 presenze, e Aldo Maldera, velocissimo mancino, terzo dei fratelli Maldera (da qui l’usanza di chiamarlo Maldera III), terzino sinistro del Milan con cui vinse Scudetto, Coppa Italia e Mitropa Cup. Soprannominato “Sciur Crippa”, Maldera III vestì la maglia dell’Italia dieci volte conquistando il terzo posto ai Mondiali argentini del 1978.

Il primo interprete del terzino sinistro moderno, d’attacco, fu sicuramente Giacinto Facchetti: soprannominato “Magno” da Gianni Brera, fu giocatore dell’Inter dal ’60 al ’78 collezionando in totale 634 presenze. Grandi doti fisiche, tanto da vincere i campionati studenteschi dei cento metri con il tempo di undici secondi, il Magno fu il primo difensore in Italia capace di segnare dieci reti in un campionato. Facchetti occupa la 90° posizione nella classifica dei migliori calciatori del ventesimo secolo pubblicata dalla rivista World Soccer. Dopo di lui venne il turno di Antonio Cabrini, l’attuale allenatore della Nazionale italiana di calcio femminile, soprannominato “Bell’Antonio”, da giocatore vinse sei campionati con la Juventus e fu Campione del Mondo nell’82. Ritenuto ancora oggi uno dei terzini più forti della storia del calcio è Andreas Brehme: tedesco classe ’60, è entrato nella storia perché nella finale mondiale del ’90, trovandosi a dover battere il rigore decisivo, nonostante fosse mancino segnò di destro consegnando la Coppa del Mondo alla sua Germania. A livello di club fu una colonna dell’Inter dei record di Trapattoni con cui vinse il campionato nel 1989. “Cuore di drago” Paolo Maldini indossò per venticinque anni la maglia del Milan vincendo un totale di 26 trofei. Vestì per 126 volte (14 anni) la casacca dell’Italia che si piazzò terza ai Mondiali del ’90 e seconda a quelli degli Stati Uniti (1994). Ci spostiamo in Francia per buttare un occhio sulla carriera di Bixente Lizarazu: francese classe ’69, dopo la vittoria con il Bayern  Monaco della Coppa intercontinentale nel 2001, è diventato il primo calciatore della storia a esser stato contemporaneamente campione d'Europa e del mondo sia a livello di club, sia a livello di Nazionale. Con i tedeschi Bixente vinse sei campionati collezionando 240 presenze mentre a livello di Nazionale (vestita dal ’92 al 2004) vinse il Mondiale in casa nel ’98, l’Europeo nel 2000 e due Confederations Cup (2001 e 2003). Degna di essere nominata è la storia di Moreno Torricelli: il futuro numero 3 della Juventus all’inizio degli anni ’90 lavorava come magazziniere giocando a calcio solo per passatempo. Nella primavera del 1992 la sua Caratese fece un’amichevole contro la Juventus e i bianconeri a sorpresa lo convocarono per un periodo di prova: Torricelli impressionò Trapattoni a tal punto da diventare in breve tempo il titolare inamovibile della squadra che vinse poi la Coppa Uefa battendo in finale il Borussia Dortmund.

Pelè nel 2004 lo inserisce nella Fifa 100, la lista dei 125 migliori calciatori viventi: si tratta di Roberto Carlos, brasiliano classe ’73. Nonostante fosse un difensore segnava quasi come un attaccante (75 gol in carriera per lui); fu campione del mondo con il Brasile nel 2002 e vestì per 370 volte la maglia del Real Madrid vincendo tra le altre cose quattro campionati spagnoli. Ormai celebre la punizione con cui da 35 metri beffò il portiere francese Barthez nel corso di un’amichevole Brasile-Francia.

Ci spostiamo verso i tempi ormai recenti e parliamo di due giocatori appena arrivati nel Campionato italiano ovvero l’inglese Ashley Cole e il francese Patrice Evra: il neo acquisto della Roma ha vestito per 229 volte la maglia del Chelsea, 155 volte quella dell’Arsenale e ha collezionato 107 presenze con la casacca dell’Inghilterra; nel 2008, in un censimento condotto tra i fan dell’Arsenal, Cole è stato nominato venticinquesimo tra i cinquanta migliori giocatori della storia dei Gunners. Il giocatore della Juventus Evra, che ha dichiarato di conoscere e parlare sette lingue, ha già una bacheca ricca di trofei: nelle 273 presenze tra le fila del Manchester United ha vinto 5 campionati inglesi, 1 Champions League ed una coppa del mondo per club mentre conta finora 62 presenze con la maglia della Francia.

Gli ultimi due nomi rientrano nella cerchia degli odierni numeri 3 che hanno “snaturato” l’originaria posizione di terzino per diventare in tutto e per tutto difensori centrali: Thiago Silva e Gerard Piquè. Il brasiliano, classe ’84, attuale difensore del  PSG, è tato convertito difensore centrale durante il suo periodo alla Juventude: considerato uno dei migliori difensori al mondo, conta finora 52 presenze con la maglia del Brasile. Piquè, il fidanzato della cantante colombiana Shakira, è invece il prototipo del difensore centrale moderno riuscendo ad abbinare fisico imponente e grande tecnica; con la Spagna ha già vinto il Mondiale del 2010 e l’Europeo del 2012 mentre con il Barcellona finora vanta 4 campionati spagnoli e 2 Champions League.

Per quanto riguarda il futuro, vicino o lontano, ecco i numero 3 di cui sentiremo parlare: l’ecuadoregno Cristian Ramírez (’94, Norimberga), lo spagnolo José Gayá (’95, Valencia), lo statunitense DeAndre Yedlin (’93, neo acquisto del Tottenham), il brasiliano Dodò (’92, Inter) e l’italiano Davide Santon (’91, Newcastle).