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Italia, Ventura e la liberatoria a metà: l’ex c.t. non può dire la propria verità

Ventura (Getty Images)

Il tecnico genovese "paga" le mancate dimissioni: è ancora tesserato Figc e non può parlare

Redazione ITASportPress

Per molti è “il silenzio del colpevole”, per il diretto interessato il silenzio di chi non può parlare. Che fine ha fatto Gian Piero Ventura? Gli appassionati di calcio italiani se lo chiedono da due mesi, tanto tempo è passato dallo shock di San Siro. Italia-Svezia 0-0, l’Apocalisse eccetera.

Azzurri fuori dal Mondiale dopo 60 anni. Nessuno voleva crederci, ma è successo, anche se per molti la cosa peggiore è quanto avvenuto nei minuti e nei giorni successivi, ovvero la decisione del ct di non dimettersi. L’esonero è ovviamente arrivato, ma dal punto di vista dell’immagine l’ex allenatore del Torino ha perso ulteriori punti presso il tifoso-calcistico medio. Paradosso dei paradossi, proprio quella decisione sta costando a Ventura un isolamento di fatto volontario, perché essendo ancora tesserato Figc il tecnico genovese non può raccontare la propria verità.

La liberatoria tanto richiesta per accettare qualcuno dei numerosi inviti a parlare, in tv o sui giornali, è arrivata, come si legge su La Stampa, ma non completa. Ventura può parlare, ma non di quello che è successo, delle cose segrete, dei rapporti con istituzioni e giocatori, della voce che lo voleva esonerato, se non dimissionario, anche in caso di qualificazione, della mancata esultanza al gol contro l’Albania, di quella passeggiata a testa bassa che faceva tanto rima con solitudine. In generale, delle proprie ragioni, quelle di un allenatore che vuole ribellarsi all’etichetta di una carriera finita e dell'unico responsabile di un buco nero che resterà nella storia. E che possibilmente vuole farlo prima della scadenza del contratto con la Federazione.