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Juventus, Buffon: “Sabato la mia ultima qui. Sul futuro…”

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Il portiere e capitano dei bianconeri insieme al presidente Agnelli in conferenza stampa

Redazione ITASportPress

Gianluigi Buffon dice addio alla Juventus in conferenza stampa. Insieme a lui anche il presidente Andrea Agnelli.

Ecco tutte le dichiarazioni dalla pancia dell'Allianz Stadium:

AGNELLI - "Trovare le parole è molto difficile, meglio snocciolare i numeri. Dalle porte imbattute al record di presenze, poi gli 11 Scudetti, tutti gli altri trofei e il Mondiale: 26 trofei, ogni anno con Gigi si vince. E' leale, timido, trasparente, leale. Parliamo di un amico, un capitano. E' andato in Serie B, gli saremo grati in eterno. Questa stagione è stata logorante: prima c'è stata Italia-Svezia, poi l'infortunio e quanto accaduto in Champions League contro il Real Madrid. Poi, però, ha vinto la Tim Cup e, sempre all'Olimpico, ha portato a casa il settimo Scudetto consecutivo: numeri pazzeschi. Al di là dei familiari, Gigi ha frequentato casa mia più di tutti. La porta va Szczesny a partire dall'anno prossimo, ma il passato dice Zoff, Tacconi, Peruzzi e, appunto, Buffon. Gigi ha proposte di tutti i tipi e sa che avrà il mio pieno supporto. Gli dico solamente grazie e gli chiedo di godersi lo Stadium sabato. In questo calcio globale che cambia le bandiere, comunque, esistono e Gigi lo è".

GRAZIE - "Ringrazio il presidente che, a parte il ruolo istituzionale alla Juventus, per me è qualcosa di più. In questi anni abbiamo sviluppato un rapporto unico di vicinanza, condivisione e amicizia. Abbiamo lottato contro l'ipocrisia e il fatto che sia presente insieme a tutti i dirigenti, al mio procuratore e a Chiellini, che prenderà i gradi di capitano, per me è un grande piacere. Per me è una giornata particolare e ricca di emozioni, ma ci arrivo con serenità, felicità e appagamento: sentimenti figli di un percorso straordinario che ho avuto la fortuna di poter condividere con tante persone che mi hanno voluto veramente bene. E' un bene che ho percepito giorno dopo giorno, per questo ho lottato cercando di fare del mio meglio".

ULTIMA CON LA JUVE - "Sabato sarà la mia ultima partita con la Juventus e credo che sia il modo migliore per finire questa grandissima avventura: Tim Cup e Scudetto sono vittorie importanti. Avevo paura di arrivare alla fine della mia avventura alla Juventus da giocatore che aveva fuso il motore, posso dire che non è così e di questo ne sono orgoglioso: fino a 40 anni ho espresso sempre prestazioni all'altezza del mio nome e di quello della Juventus. Ringrazio la famiglia Juventus: nel 2001 hanno preso un talento straordinario, probabilmente sono di parte (ride, ndr), ma se questo talento si è tramutato in campione è perché la Juventus ha fatto sì che ciò accadesse. Con la Juventus ho fatto un ulteriore step e se sono qui a 40 anni è merito della Juventus. Questa filosofia l'ho fatta mia e sono sicuro che la userò in futuro, nel dopo calcio, se dovesse servire: è l'unico modo che conosco per arrivare a dei risultati. Al di là dei soldi e delle coppe, la Juventus mi ha insegnato a gettare il cuore oltre l'ostacolo: questa è la cosa più bella.

FUTURO - "L'unica cosa certa è che giocherò sabato, il presidente Agnelli è a conoscenza di quello che sta accadendo attorno a me ed è un consigliere di cui non voglio privarmi. Fino a qualche giorno fa era risaputo che avrei smesso di giocare, adesso sono arrivate proposte stimolanti sia in campo che fuori dal campo, quest'ultima pervenuta proprio da Agnelli, e quindi settimana prossima, dopo un paio di giorni di riflessioni serene, prenderò la decisione definitiva: seguirò quello che urla la mia natura, ma eventualmente non resterò in Italia. Qualora dovessi accettare un'altra sfida non sarà per soldi, ma per progetti e stimoli: inoltre c'è in ballo anche la mia forma fisica, devo fare tante riflessioni in maniera lucida. Sono un animale da competizione, non mi sentirei a mio agio ad abbassare la categoria del mio palcoscenico: se dovessi continuare lo farei solo per restare ad alti livelli.

SUCCESSORE - "La Juventus è una società seria ed è giusto che programmi il futuro: c'è un portiere, che è Szczesny, che è al mio livello e ha 13 anni in meno di me. Bilancio? Stagione snervante, ma abbiamo dato una risposta incredibile: per me i mesi di febbraio e marzo sono stati pesanti perché ho elaborato il lutto di smettere di giocare, ma poi da aprile sono tornato ad essere leggero come sempre e ho pensato, con il presidente, che se dovessi smettere di giocare probabilmente qualche mese sabbatico per ripristinare il tutto sarebbe una buona soluzione. Non so se lascio la Juventus più forte di sempre, ma probabilmente è la Juventus più solida, testarda e continua: lo dicono i risultati.

ITALIA - "Tre mesi dopo ho parlato in merito al fatto che potevo essere un problema ora, figuriamoci ora: non penso di meritare questi pensieri e poi la Nazionale ha giovani portieri che devono fare esperienza, non ci sarò per l'amichevole contro l'Olanda, non ho bisogno di altre celebrazioni.

LE SCUSE - "Non ho capito l'espulsione di Oliver a Madrid, ma la mia reazione è stata esagerata: mi è dispiaciuto aver offeso l'arbitro che alla fine è un essere umano che fa un lavoro difficile, ma se l'avessi visto due giorni dopo l'avrei abbracciato e gli avrei pure chiesto scusa perché non porto rancore, anche se comunque avrei confermato il mio punto di vista. La Juventus per me è sinonimo di famiglia ed essere percepito come uno di famiglia per me è un onore e questo ho percepito da Agnelli, ma la Juventus programma un futuro vincente e se un giorno dovrò essere considerato un elemento sul quale fare affidamento per dare qualcosa alla causa, ecco che la Juventus per me ha precedenza su tutto, ma non deve essere una imposizione. Ho parlato di tutto con il presidente. Per uno come me, juventino e capitano, bisogna capire anche il momento per lasciare. E' una fine talmente condivisa e bella, che sono fortunato a concludere così. Chiusura di un ciclo? Se la pensassi così sarei da rinchiudere...".

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