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Napoli, Hamsik: “A Crotone vietato fallire. Sarri malato di calcio e sullo scudetto…”

Il capitano della squadra partenopea: "Dopo il calcio non so cosa farò, ma sono ancora un calciatore e voglio godermi gli ultimi anni della mia carriera"

Redazione ITASportPress

Marek Hamsik, centrocampista del Napoli, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di Sky Sport, numerosi i temi affrontati: "Il bagno di Natale è tradizione. L'acqua è fredda ma è divertente. I cori del San Paolo dopo il mio gol alla Sampdoria nei miei confronti sono stati bellissimi e ho rivisto dei video da brividi di quel momento per rivivere quelle emozioni che in campo sono state sfuggenti visto che la partita doveva ricominciare subito. Bello essere il bomber del Napoli e sono contento di averlo fatto qui. Maradona mi ha mandato un bel messaggio e lo ringrazio, ho in mente una sorpresa per lui ma non voglio dare anticipazioni. Ho fatto tanti gol importanti contro il Milan e Juventus, anche il mio primo gol in Serie A è stato bello".

OBIETTIVI - "Stiamo insieme da tre anni, la squadra è cambiata pochissimo e questo ci fa crescere ogni mese e ci dà consapevolezza che miglioriamo sempre. Ora è il momento di prendere i frutti, speriamo di arrivare fino alla fine. Ci sono sempre cose da migliorare, ma non dobbiamo sbagliare partite come quella contro il Crotone".

SARRI - "Un malato di calcio, vive di calcio 24h, e ci trasmette la sua passione".

MERTENS - "Ci sono passato anche io, nelle ultime gare è andato vicino al gol, non ci è riuscito ma sta dando assist a volontà, ci aiuta e presto ci aiuterà col gol, già venerdì tornerà il bomber che abbiamo conosciuto".

FUTURO - "Dopo il calcio non so cosa farò, ma sono ancora un calciatore e voglio godermi gli ultimi anni della mia carriera. Quando smetterò voglio prendermi un paio di anni di pausa per viaggiare e vedere posti nuovi, possibilmente dove ci sia il mare".

SCUDETTO - "E' una corsa con Juve, Roma e Inter e speriamo che prima o poi le concorrenti si riducano".

NAPOLI - "Da calciatore come i tifosi del Napoli non ti fa sentire nessuno. Non conoscevo bene la storia del Napoli, l'ho capito quando sono arrivato, c'era la contestazione ed ho capito che si vive di calcio. Lo stadio non è moderno, ma da subito quando lo affrontai in B vidi che c'erano 60mila che ci tenevano tanto".

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