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Napoli, Jorginho: “Il mio calcio tra la spiaggia e le balene. Scudetto? Juventus favorita, ma…”

Lunga intervista rilasciata dal centrocampista dei partenopei ai taccuini de La Repubblica

Redazione ITASportPress

Lunga intervista concessa da Jorginho ai taccuini de La Repubblica; ecco quanto dichiarato dal centrocampista di un Napoli capolista che tra poche ore sfida il Crotone nell'ultima giornata del girone d'andata: "Campioni d'inverno? Sarebbe solo una soddisfazione, ma anche il premio parziale per il nostro lavoro. I conti si fanno a maggio e la strada è ancora lunga. Non basta essere primi a metà strada e non siamo così ingenui da farci delle illusioni".

INFANZIA - "Ho imparato a calciare sulla spiaggia, ascoltando il respiro delle balene e dell’oceano. Mia madre mi accompagnava ad allenarmi in spiaggia, vicino casa nostra, dove il mare è più caldo e le balene vanno a riprodursi. Playa Imbituba è un luogo magico, specie per un bimbo. Ero un dormiglione: mi svegliavano il pallone e i rumori dell’oceano. Avevo 15 anni quando sono andato via dal Brasile e ho iniziato la mia trafila nelle giovanili del Verona. Ma per fortuna a quell’età si è incoscienti, i sogni vincono sulle paure. La nostalgia invece non passa mai, anche se sono qui da una vita. Torno a casa appena posso. Respirare quell’aria mi dà tanta carica ed energia positiva".

ITALIA - "Ho cominciato a sentirmi italiano con la cittadinanza. Ma lo sono stato da sempre. Amavo l’Italia, avevo voglia di scoprirla. I miei bisnonni erano del Veneto, qui ho ritrovato anche le mie radici. Se mi sono pentito di aver scelto la Nazionale azzurra? Macché: esordire con la maglia dell’Italia è stata una felicità enorme. Ho provato a prendere la parte buona anche di un’esperienza negativa. Ma ho ancora la pelle d’oca ripensando al momento in cui ho cantato l’inno di Mameli. Mi è passato davanti il film della mia vita: mia madre, le balene e i sacrifici fatti per arrivare a San Siro. Tuttavia, il mio nome nel tabellino di Italia-Svezia rimarrà per sempre una ferita, ma dentro di me so di aver dato tutto e potrò andare avanti a testa alta. E' stata colpa di tutti, giocatori compresi. Ma non spetta a me giudicare il momento del calcio italiano. Devo onorare la maglia azzurra e questo paese, che ormai è parte di me. Ventura? Il rapporto con lui è normale: mi ha dato una chance, che ho cercato di sfruttare al meglio".

SARRI - "Rispetto a Ventura, con Sarri c'è molto più feeling e confidenza, lavoriamo insieme da tre stagioni. Il suo calcio è perfetto per le mie caratteristiche".

2017/18 - "Finora è stata la migliore stagione della mia carriera. Continuo a crescere e ho più autostima. Sono felice di essermi meritato la fiducia di tutti. Sono il giocatore del Napoli che tocca più palloni durante la partita e fuori dal campo abbiamo un rapporto splendido. Nelle ultime due stagioni il nostro è diventato un gruppo granitico".

CAPOLISTA - "Viviamo il primo posto con spensieratezza, senza pressione. I 96 punti nel 2017 sono il risultato del lavoro fantastico che stiamo facendo e ci indicano il percorso su cui dobbiamo proseguire, senza mai smettere di crescere".

CHAMPIONS LEAGUE - "Ci siamo lasciati alle spalle la amarezza per la Champions League, memorizzando però gli errori che abbiamo commesso e ci sono costati l’eliminazione. Gli eventi negativi vanno cancellati subito, voltando pagina".

SCUDETTO - "La Juventus resta favorita: ha vinto sei campionati di fila e ha un gruppo super. Non dobbiamo pensare a loro, ma al Crotone: un avversario combattivo, un campo caldo. Il Napoli dovrà fare le cose per bene, con organizzazione e personalità. Dobbiamo concentrarci su una gara per volta, a partire dal Crotone. Vinciamole tutte e il resto verrà da sé, compreso il triangolino bianco, rosso e verde".

SPOGLIATOIO - "Il leader è Reina. I più forti Mertens, Insigne, Hamsik e Koulibaly, ma non dico in quale ordine. Il più simpatico? Io, ma anche Albiol non è male".

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