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Roma, la lettera di Totti: “Ho paura, non sono pronto a dire basta. Il tempo ha bussato…”

"In questi giorni ho letto tante cose su di me, belle, bellissime, ho pianto sempre, tutti i giorni, da solo come un matto"

Redazione ITASportPress

Al termine della gara vinta contro il Genoa che ha dato alla Roma la possibilità di qualificarsi alla fase a gironi della prossima Champions League, Francesco Totti, alla sua ultima gara da giocatore e capitano giallorosso, ha raccolto l'abbraccio di tutto l'Olimpico e ha dedicato ai tifosi le seguente parole: "Ci siamo, purtroppo è arrivato il momento che speravo non arrivasse mai. In questi giorni ho letto tante cose su di me, belle, bellissime, ho pianto sempre, tutti i giorni, da solo come un matto. Questi anni non si dimenticano così, con voi dietro le spalle che mi avete spinto nel bene e nel male, soprattutto nei momenti difficili. Per questo vi ringrazio tutti. Non sono di tante parole, però le penso. Con mia moglie in questi giorni ho raccontato a mia moglie un po' di cose riferite agli anni vissuti con quest'unica maglia. Insieme abbiamo scritto una lettera per voi, provo a leggerla. Prendo fiato, potrei restare altri 25 anni: 'Grazie Roma, a mia mamma, mio papà, mio fratello, gli amici, mia moglie e ai miei figli. E' impossibile raccontare tutto questo in poche frasi, ho cercato di esprimere quello che ho dentro con i miei piedi. Il mio giocattolo preferito è ancora il pallone. Nella vita, a un certo punto, si diventa grandi. Maledetto tempo... è lo stesso tempo di quel 17 giugno 2001: ho la pelle d'oca se ci ripenso. Il tempo ha bussato sulle mie spalle e mi ha detto che è il momento di crescere. Quando sei bambino e sogni qualcosa di bello e vostra madre vi sveglia per andare a scuola, avete presente? Stavolta non era un sogno, è la realtà. Voglio dedicare questa lettera a tutti voi, ai bambini di ieri e di oggi. Ora è finita veramente, levo la maglia per l'ultima volta: la piego per bene, anche se non sono pronto per dire basta e forse non lo sarò mai. Scusate se in questo periodo non ho parlato, ma spegnere la luce non è facile. Adesso ho paura, non è la stessa cosa di un rigore. Questa volta non posso vedere cosa ci sarà dopo. Concedetemi un po' di paura, ho bisogno del vostro calore, quello che mi avete sempre dimostrato. Con il vostro affetto riuscirò a voltare pagina e a tuffarmi in una nuova avventura. Ringrazio tutti coloro che hanno lavorato accanto a me in questi anni: i tifosi, la Curva Sud. Nascere romani e romanisti è un privilegio. Fare il capitano di questa squadra è stato un onore. Siete e sarete sempre nella mia vita, il mio cuore sarà sempre con voi. Ora scendo le scale ed entro nello spogliatoio che mi ha accolto da bambino e che lascio adesso da uomo. Sono orgoglioso e felice di avervi dato 28 anni di amore. Vi amo!'".