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Scuffet: “Rifiutai l’Atletico anche per il diploma, ma Donnarumma ha fatto bene”

<> at Centro Sportivo Fulvio Bernardini on June 14, 2017 in Rome, Italy.

Le parole del portiere dell'Udinese rilasciate in un'intervista a La Stampa

Redazione ITASportPress

"Sono stato trattato come uno più grande e alla fine ne sono rimasto contento. L’età non è una scusante: giusto essere considerati senza guardare la carta d’identità". Si apre così l'intervista rilasciata da Simone Scuffet ai taccuini de La Stampa; il portiere dell'Udinese si confida analizzando il suo percorso e dice la sua anche in merito alla vicenda legata a Gianluigi Donnarumma, estremo difensore del Milan con il quale ha condiviso l'esperienza all'Europeo Under 21.

PRESSIONE - "Devi cercare di rimanere estraneo, elogi o critiche non fa differenza. Successivamente, la vita cambia, vieni visto in modo diverso, ma la famiglia, gli amici, gli affetti, restano".

ATLETICO MADRID - "Sono state scritte tante cose: la verità è che tre anni fa feci la scelta migliore, che era quella di restare nella società che mi aveva fatto crescere e che può darmi ancora tanto, in un ambiente che conosco. Da friulano, restare all’Udinese è il massimo: dobbiamo investire il nostro tempo nelle scelte che ci possono far diventare dei portieri migliori in futuro, a costo di non prendere dei soldi in più".

"D" DI DIPLOMA & DONNARUMMA"I genitori vorrebbero sempre che un figlio finisse la scuola. Però se giochi a calcio per mestiere, quella deve essere la cosa principale: poi se uno può coniugare le due cose, meglio. Alla fine mi sono diplomato, ci tenevo a portare a termine un percorso: non l’ho lasciato a metà, ne sono orgoglioso. Donnarumma? Per lui è stato un finale di stagione molto difficile, con tante tensioni: ci può stare di spendere i pochi giorni che ha con un po’ di vacanza. L’esame lo potrà fare il prossimo anno. Forse, in questo momento, era importante staccare, un attimo: lo devi fare, sennò ripartire, mentalmente, non è facile. L’unico consiglio che potevo dare a Gigio l’ho detto alla fine dell'Europeo, era quello di prendere la decisione che si sentiva in quel momento, di non pentirsene e di andare avanti. Cosa gli invidio? Lo stipendio (ride, ndr)".