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CATANIA, che confusione! Sarà perché…

La sconfitta rimediata dal Catania in casa dell'Ischia lascia spazio a considerazioni tattiche e caratteriali da non sottovalutare. All'inefficacia in area avversaria si aggiunge una verve poco reattiva e grintosa, mix letale da annientare quanto...

Redazione ITASportPress

Il caos, mentale e tattico. Tra i bagagli a mano che il Catania porta con sé a Ischia mancano idee chiare e bel gioco. Brutta copia rossazzurra, diversa da quella d’inizio stagione, anche se non del tutto inedita. Lacune ed errori banali hanno adornato la scena contro il Monopoli e il Matera, passando per la trasferta a Cosenza. I lampi vincenti squarciano il rettangolo verde sporadicamente. Al cospetto degli isolani, però, la luce in fondo al tunnel stenta a farsi vedere.

DEFAILLANCE TRA I PIEDI.. - Primi 15 minuti? Etnei padroni del campo. Sembrava che l’andamento del match fosse il seguente: siciliani in continuo possesso palla, isolani ripiegati nella propria metà campo. E invece no. Pura illusione. I gialloblu prendono in mano le redini della gara, e sguinzagliano il miglior attacco: da Kanoute a Gomes, fino alla punizione firmata Moracci. E il Catania nel frattempo? Perde palla a centrocampo. Verticalizzazioni sterili, facilmente prevedibili, sommate alla velocità degli esterni ischitani, schiacciano i rossazzurri, incapaci di ripartire e creare occasioni ghiotte. Mancano i fraseggi sulle fasce. Prevalgono retropassaggi che rallentano l’azione. Scambi lenti e macchinosi, inducono la difesa di casa a rientrare in tempo, tanto da chiudere gli spazi alle maglie ospiti. I lanci lunghi non vanno a buon fine, così come gli assist dei terzini. Ci si ritaglia centimetri, entro i quali si palleggia con suggerimenti brevi, senza svariare da una fascia all’altra. Idem il settore avanzato. Gli interpreti non riescono a trovare il taglio giusto, l’inserimento schiacciante, sprecando le rare occasioni capitate sui piedi di Falcone&Co.. Calil in penombra. Calderini sfodera dribbling, sfumati sui 30 metri. E l’ingresso dei nuovi arrivati, Lupoli e Gulin, subentrati nella ripresa, non basta a cambiare l’inerzia della gara.

... E IN TESTA - Confusione che regna sovrana anche in testa. Pochi spunti, poco ordine. Specchio perfetto di quanto fatto. Più grinta e cinismo sottoporta, e maggiore attenzione di fronte alle scorribande degli uomini di Di Costanzo, avrebbero permesso ad un Catania spento fisicamente, di accendere una speranza chiamata “gol” e, dunque, “punti”. Pastiche caratteriale, che azzera la possibilità di rimontare e di capitalizzare quanto sviluppato. La seconda rete gialloblu avrebbe dovuto risvegliare gli animi rossazzurri, ponendoli di fronte alla disfatta definitiva. Invece la reazione è quasi assente, e il nervosismo palpabile. Emblematici i tre cartellini gialli piovuti addosso alla formazione etnea.

Cadute dolorose, casi isolati, destinati a trasformarsi in routine se non si corre subito ai ripari. Ma quale la soluzione? Gli interpreti? Comunque diversi dal primo al secondo tempo. La mentalità? Il modulo? Più offensivo a partita in corso. Cura da trovare a breve. Per evitare che il Catania si ammali di… disordine, e la classifica ne risenta.

C13

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