Catania, girone di ritorno da playout. Contro la capolista Foggia serve la svolta

Il Catania vive un periodo di profonda crisi sportiva. I rossazzurri non vincono da quasi un mese: dal 26 febbraio contro il Messina (successo in rimonta in 10 uomini). Poi è stato un marzo da incubo con sconfitte (ben tre consecutive con Melfi, Lecce e Paganese) e avvicendamenti sulla panchina. I numeri fotografano meglio di ogni altra cosa la situazione: la squadra di Pulvirenti e Russo si trova al dodicesimo posto a quattro punti dal settimo posto. Il girone d'andata si era chiuso al settimo posto, in piena zona play-off, con 27 punti. Contassimo solo i risultati del girone di ritorno i rossazzurri sarebbero addirittura in zona playout con soltanto 12 punti. Il Foggia, ad esempio, capolista del girone C e prossimo avversario dei rossazzurri, ha totalizzato ben 28 punti, poi Casertana e Siracusa con 23. Solo Taranto, Melfi, Vibonese e Monopoli hanno fatto peggio degli etnei. Un dato su cui riflettere: il paradigma perfetto della crisi tra blocchi mentali e calo fisico.

CONTRO LE GRANDI - Contro le prime quattro del girone (Foggia, Lecce, Matera e Juve Stabia) il Catania ha vinto 3 gare, pareggiato 2, perse 2. Un discreto ruolino per gli etnei chiamati domenica prossima a una prova di valore. Una sconfitta renderebbe ancora più depresso l'ambiente e rischierebbe di rendere ancora più problematica la rincorsa ai playoff.

FATTORE CASALINGO - Ieri Lo Monaco, in conferenza stampa, ha chiamato a raccolta i tifosi: serve uno stadio "bollente" per mettere in difficoltà il Foggia di Stroppa. I rossazzurri hanno perso solo con Melfi e Akragas e hanno totalizzato 33 punti: in questo caso è un ruolino da big ed è proprio da grande squadra che il Catania dovrà giocare domenica prossima. Attendersi una reazione, non solo d'orgoglio, non solo è auspicabile, ma è un obbligo. Ripartire dai 25 minuti del secondo tempo di Pagani per mettere all'angolo il Foggia.

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