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Catania, si ritorna al lavoro tra dubbi e speranze. Caccia al bomber

Servirà un cambio di passo dopo il fine anno deficitario: una dura sconfitta contro la Juve Stabia e il pareggio casalingo contro la Fidelis Andria. Occhio al mercato.

Redazione ITASportPress

Si ricomincia. Il Catania si rimette a lavoro in vista del match valevole per la terza giornata contro l'Unicusano Fondi (lunedì 23 febbraio). Saranno due settimane di lavoro per la truppa rossazzurra che ieri pomeriggio si è ritrovata in sede a Torre del Grifo. Colloquio tra squadra e società in vista dei prossimi impegni. Da oggi si suda agli ordini di mister Rigoli. Servirà un cambio di passo dopo il fine anno deficitario: una dura sconfitta contro la Juve Stabia e il pareggio casalingo contro la Fidelis Andria.

Rispetto allo scorso anno, il Catania ha due punti in più. 35 punti in questa stagione (frutto di 9 vittorie, 8 pareggi e 4 sconfitte, ma ci sono 7 punti di penalità), 33 nel 2015-16 (8 vittorie, 9 pareggi e 4 sconfitte). Si segnava di più, ma non troppo: 28 reti lo scorso anno, 24 quest'anno. La difesa, però, è granitica: sei reti in meno nel differenziale 2016-17/2015-16.

Ed è proprio dal reparto difensivo che il Catania di Rigoli deve ripartire. Pisseri in porta è tra i migliori della categoria, Djordjevic, dopo un fase iniziale di ambientamento, si è preso la fascia sinistra. Bergamelli è il leader al centro con Bastrini e Gil a giocarsi il ruolo di compagno di reparto. Il problema è a destra. Nava ha deluso e andrà via. Di Cecco è adattato e serve anche in mediana. Parisi non convince soprattutto in fase difensiva. E il mercato giunge nel momento propizio: serve un laterale per colmare questa lacuna.

Il lavoro di Lo Monaco e Argurio si concentrerà su mediana e attacco. In mezzo servono un centrocampista bravo negli inserimenti e un regista anche se la società è orientato a dare fiducia a Scoppa: problemi di ambientamento sono comprensibili, ma bisogna dare di più nella seconda parte. Il Catania ha dato dimostrazione, alle volte, di non riuscire a scardinare le difese avversarie quando ha in mano il pallino del gioco. Più abili a difendersi e ripartire sfruttando l'ampiezza della manovra invece che a impostare l'azione palla a terra. In Lega Pro, del resto, non si può pretendere di giocare come il Barcellona. Banale assunto, si dirà, ma è quanto si è visto (e si vedrà) sui campi della terza serie.

Il problema maggiore, però, rimane l'attacco. A inizio stagione tutti ne magnificano la potenza e la tecnica. Alla fine tra alti e bassi i due migliori marcatori sono Mazzarani e Di Grazia che di professione non sono sicuramente dei bomber. Ed è su questo che la società deve intervenire. In particolare nella seconda parte di stagione il Catania necessita di una punta prolifica. Non lo poteva essere Calil, un equivoco tattico se si guarda la sua carriera. Fare passare per bomber un giocatore che nella sua carriera ha oltrepassato i 10 gol solo 3 volte è sembrato, alla luce dei fatti, un po' eccessivo. Bravo a giocare tra le linee, nasce come seconda punta. Chiedergli 20 reti non è possibile visto anche la parabola discendente della sua carriera. Andrà via (anche per un ingaggio pesantissimo per le casse rossazzurre), ma non nel girone C.

Poi c'è Paolucci: altro equivoco. Sempre leggendo i freddi numeri, nella sua carriera non è mai riuscito a superare quota 10. 50 gol in 229 partite è uno score non di spessore per la caratura tecnica del giocatore. Serve, lo dicono le cifre, non certamente la stampa, un centravanti prolifico. I nomi letti sui giornali sono tanti: da Tavares a Pozzebon passando per Tiscione, Bianchi e Sernicola. L'impressione, però, è che la società possa pescare dal mazzo un giocatore poco reclamizzato su giornali e siti, il classico colpo a sorpresa. Servirà per consolidare la posizione in zona play-off e giocarsi le carte di promozione nella lotteria degli spareggi a giugno? Ai posteri l'ardua sentenza.

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