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Belgio, Nainggolan: “Non voglio essere un esempio, basta falsità nel calcio. Nuovo c.t.? Non torno in Nazionale”

Continuano le polemiche dopo l'esclusione del centrocampista dai convocati per il Mondiale

Redazione ITASportPress

Radja Nainggolan, centrocampista della Roma, dopo i vari post polemici pubblicati tramite il proprio profilo social, ha rilasciato alcune dichiarazioni a Gert Late Night tornando sulla mancata convocazione per Russia 2018 da parte del c.t. del Belgio Roberto Martinez.

RAPPORTO DIFFICILE - "Quando Martínez venne a trovarmi a Roma, sentii che cercava un motivo per non convocarmi. Mi comunicò che nella Nazionale non avrei potuto fare quel che facevo nella Roma, mi disse anche che non aveva ancora deciso ma io avevo capito già tutto. La realtà è che, io e lui, abbiamo avuto una relazione difficile fin dall’inizio. A casa per motivi tattici? Credo che il campionato italiano sia la competizione più tattica di tutte. Per me deve essere importante la prestazione sul campo e non lo stile di vita".

NON SI CAMBIA - "Io sono fatto così, vincere è la cosa più importante per me. Se avessi voluto essere un esempio per i giovani allora avrei fatto l'educatore, per me conta solamente vincere. Amo il calcio, mi diverto sempre quando faccio il mio lavoro. Ma tutto ciò che lo circonda, tutte le falsità mi hanno stancato. Non solo i manager: ovunque si senta il profumo del denaro, le persone vengono per annusarti. I parassiti sono sempre lì. Io e mia moglie vediamo rapidamente se qualcuno è interessato solo ai soldi".

DECISIONE DEFINITIVA - "Se arrivasse un nuovo allenatore in Nazionale? Rimarrei sulla mia decisione, per me è finita con i Diavoli Rossi. A volte è difficile, soprattutto perché posso essere visto anche negli spot pubblicitari. Fa male. Ma la guardo positivamente: quella non selezione è una vacanza di tre settimane. La mia decisione è corretta".

Nainggolan si diverte con il reporter