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Bonucci: “Un giorno allenerò la Juventus. Io l’Allegri del futuro…”

Il difensore bianconero annuncia le sue ambizioni future

Redazione ITASportPress

Dalla Juventus al Milan, e di nuovo dai rossoneri a Torino. Andata e ritorno con il sogno di allenare, un giorno, la Vecchia Signora. È questo il desiderio neanche troppo nascosto di Leonardo Bonucci, difensore bianconero, che in un'intervista al Corriere dello Sport ammette la sua ambizione di "diventare il futuro Allegri".

ALLENARE LA JUVENTUS - "Il mio sogno è diventare allenatore di una grande squadra, possibilmente la Juventus. Per questo sto osservando e mettendo da parte i segreti dei vari allenatori che ho avuto per cercare, poi, di tirare fuori il meglio da me stesso", questo il Bonucci pensiero che continua proprio sull'attuale tecnico dei bianconeri: "Allegri? Capita di avere delle discussioni, anche accese. Poi da persone intelligenti e mature ci si chiarisce, ci si stringe la mano e si guarda insieme in avanti, verso lo stesso obiettivo.  Una dote su tutte del mister è l’intelligenza e questo gli consente di saper gestire uno spogliatoio così importante come quello della Juventus".

DIMENTICARE - "La partita che vorrei cancellare del tutto è stata una delle due finali. Quella di Cardiff, ci credevamo. Fa male ricordare.  A prescindere dall’arrivo mio e di Cristiano, la società ha costituito una rosa importante per poter combattere contro le due, tre grandi squadre a livello europeo e poter arrivare a realizzare quel sogno".

IL RITORNO - Sul suo passaggio al Milan e il ritorno a Torino solamente un anno dopo: "Erano successe delle cose, durante gli ultimi quattro mesi di Juventus che mi avevano toccato a livello di orgoglio, a livello personale, intimo e non sono stato abbastanza bravo a farmele scivolare addosso. Poi, con il passare del tempo e guardandomi da fuori, sono riuscito a capire che lasciare la Juventus non era stata la scelta giusta. Perché solo qui e con questa maglia addosso riesco ad esprimere le mie potenzialità sul campo e fuori. Insieme al presidente Agnelli e al mio procuratore ho avuto la fortuna di poter costruire questo ritorno e mi sono reso conto che era l’unica cosa che volevo davvero".