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Borriello: “Mandai tutti al diavolo al Milan e alla Roma. E sulla storia con Belen…”

Le parole dell'attaccante del Cagliari a Premium Sport

Redazione ITASportPress

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Marco Borriello si è raccontato a David Trezeguet in "9 - Storie di Bomber" su Premium Sport. Il calciatore del Cagliari ripercorre i momenti più significativi della sua carriera, dagli esordi fino alle ultime gare con la maglia della squadra sarda. Spazio anche ai ricordi delle avventure al Genoa, Milan, Roma e Juventus.

GENOA E MILAN -  "Al Genoa ho la possibilità di conoscere Gasperini, per me, assieme a Conte, uno dei migliori allenatori mai avuti. Segno 19 gol fino a 7 giornate dalla fine, ad aprile firmo un contratto importante di 5 anni col Milan. E lì mollo un po' e perdo la classifica cannonieri: uno dei più grandi rimpianti della mia carriera. Vado al Milan e quell'anno lì inizia l'Isola dei Famosi, io accuso dolore al flessore, ma dicono che non ho niente, facendolo passare come se avessi un problema psicologico per la storia con Belen. Invece ero stirato e sono arrivato a un punto in cui mi sono strappato il muscolo. Con Leonardo in panchina ho segnato 15 gol. Lui aveva tanta fiducia in me e  lasciava spesso Huntelaar e Inzaghi in panchina".

ROMA -  "Arriva l'estate, il Milan poteva prendere Ibra e Robinho, ma doveva liberarsi di me e Huntelaar: non volevo andare via, non lo perdono a Galliani e me lo comunica nel modo sbagliato minacciandomi di escludermi dalla lista Champions, così con un po' d'orgoglio mando tutti al diavolo e andai a Roma firmando un contratto importante da 5 anni. A Trigoria ebbi un'accoglienza importante, segnò 17 gol in 6 mesi, poi arriva Montella, dopo l'esonero di Ranieri. Sbaglio un rigore in Champions, si crea polemica intorno a me e io sono stato messo fuori"

JUVENTUS, GENOA E ROMA - "Alla Juve segno un gol importante al Cesena per la conquista dello scudetto, ma tra contratto importante e cartellino la Juve decide di investire su altri. Ritorno al Genoa e segno 12 gol. Successivamente ritorno ancora alla Roma, sono protagonista delle 10 vittorie consecutive, ma a gennaio torna Destro e loro mi dicono che sarei stato il terzo attaccante. 'Ma come? - dico - Sono stato titolare finora!'. Mando tutti al diavolo, accettai la prima squadra che uscì fuori. Ero schifato da tutto e me ne vado al West Ham, ma a marzo mi feci male e non ho potuto esprimere il mio potenziale"

CARPI -  "Torno per l'ultimo anno a Roma, ho fatto 7 mesi senza fare una partita e l'anno dopo ho fatto 3 mesi di vacanza per staccare completamente, ma allenandomi. Si fa avanti il Carpi, inizio bene, ma la squadra non è forte, capiscono che non ce l'avrebbero fatta a salvarsi e decidono di mettere fuori rosa tutti quelli che guadagnavano di più. Ho un ricordo dei dirigenti del Carpi davvero orribile, della gente no. Da lì vado a Bergamo, mi sono trovato da Dio. In estate ho lanciato un appello a Ibiza: 'Chi vuole allenarsi con me?'. Ne arrivano a centinaia. Arriva la chiamata del Cagliari, dopo due giorni ho fatto 4 gol, io ero allenato davvero".