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Juventus, assegnato lo scudetto 2018/19? Forse si ma dipende da un Toro

Troppo forte la squadra bianconera che parte con un vantaggio notevole per la corsa allo scudetto

Redazione ITASportPress

Lo scudetto 2018/19 sembra già essere stato assegnato. Troppo forte la Juventus con Cristiano Ronaldo e Bonucci che parte con un vantaggio notevole rispetto alle avversarie in una ipotetica griglia di F1. Oggi la Gazzetta dello Sport ha dedicato ampio spazio chiedendosi chi sarà l’anti-Juve. L'Inter sembra la meglio attrezzata avendo confermato Icardi e rianimato un centrocampo anemico con il talento offensivo di Nainggolan che in 4 anni di Roma ha segnato una trentina di reti. Poi c'è il giovane Lautaro Martinez, arrivato come opzione di scorta da covare per il futuro e diventato a suon di gol un titolare affamato di presente. Nelle amichevole europee, Martinez si è messo in luce segnando gol bellissimi. Il Toro lotta su ogni pallone, aiuta gli altri, a cominciare da Icardi, che troppo spesso in passato è sembrato Pinocchio prigioniero tra due carabinieri. Ora in area c’è un altro Pinocchio. I carabinieri dovranno sdoppiarsi, aumenteranno gli spazi e le occasioni. L’intesa tra i due argentini crescerà. Spalletti, come dimostrato dalle critiche di sabato, è il maestro ideale per un giovane che deve tenere la cresta bassa. Il messaggio arrivato da Madrid, che regalò gloria a Prati e Altobelli, a Van Basten e Milito, «centravanti veri», è forte e chiaro: nell’estate di Cristiano Ronaldo, il gol ha preso casa a Milano sponda nerazzurra.

OLTRE A LAUTARO C'E'...L’esperienza e la qualità di De Vrij blindano ulteriormente una difesa che resta uno dei punti di forza della squadra. Handanovic offre garanzie che le altre di Champions, dopo la partenza di Buffon, Alisson e Reina, non possono permettersi. Skriniar, rivelazione della stagione scorsa, deve ancora riempire i suoi margini di miglioramento. Asamoah vive il destino dei sottovalutati: ci si accorge di lui più quando manca che quando c’è. Ma per tutti i ruoli che può coprire ad alto rendimento è un gran bell’acquisto. Il mancato arrivo di Modric rosicchia qualcosa alla perfezione. Persi Cancelo e Rafinha, la delega alla costruzione finisce quasi tutta tra i piedi di Brozovic. La palla a volte potrebbe incepparsi in uscita. Un centrocampista di qualità avrebbe aiutato palleggio e verticalizzazione. Vorrà dire che si useranno di più i binari di fascia, dove sfrecciano nuovi treni: Politano. Keita. Spalletti sceglierà una mediana più muscolare. In fin dei conti la fisicità e la solidità difensiva, brillantemente collaudate a Madrid contro l’Atletico d’acciaio del Cholo Simeone, restano le virtù migliori di questa Inter. Virtù che, come dimostra la Juve da tempo, in Italia pagano sempre. Un anno fa Spalletti partiva da zero e impiegò mezza stagione per trovare i giusti principi di gioco. La svolta arrivò come l’abbassamento in mediana di Brozovic che impugnò il volante. Un anno dopo i nerazzurri hanno una marcata identità tattica che Roma e Napoli, ad esempio, devono ancora maturare. Il tecnico ha il pieno controllo della sua creatura e la piena fiducia delle società, come dimostra il fresco rinnovo fino al 2021 che aumenta la serenità del lavoro e promette futuro.