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Juventus, l’ex Trezeguet: “La mia carriera è stata un po’ controsenso. Mi manca non aver vinto la Champions”

Le parole dell'ex cannoniere del club bianconero a Premium Sport

Redazione ITASportPress

L'ex attaccante della Juventus, David Trezeguet, ha parlato a 360° della sua carriera a Premium Sport. Ecco i passaggi più importanti del suo intervento:

MONACO -  "La prima esperienza al Platense è stata negativa, perché quando vai in una squadra devi stare dentro a un ordine calcistico, non è come giocare con gli amici. Dopo il primo provino decisi di non andare più, poi tornai e a 15 anni sono arrivato in prima squadra, esperienza che mi ha aiutato molto, prima di arrivare al Monaco. Lì ho stretto una forte e bellissima amicizia con Henry. Avevamo la stessa età, mi portava agli allenamenti, andavo a casa sua: è stato un grande aiuto per me”.

MONDIALE - "Nel 1998 ho segnato il mio primo gol in un Mondiale nella seconda sfida, contro l’Arabia Saudita. Poi ai quarti contro l’Italia, siamo andati ai rigori. Io non pensavo allo stadio pieno, al fatto che avessi 19 anni, sono andato a tirare ed è andata bene. E’ stato un momento fantastico, abbiamo vinto e i nostri compagni hanno capito che potevano contare anche su noi giovani. La mia carriera è stata un po’ un controsenso perché ho vinto il trofeo più importante a 20 anni e poi non era facile ripartire mentalmente”.

JUVENTUS -  "Nel 2000 arrivai alla Juve. Ancelotti faceva le sue scelte ma non mi sono mai demoralizzato. La stagione 2001-2002 è stata la più bella per diversi motivi. Dopo la partenza di Inzaghi, Lippi mi aveva scelto per far coppia con Del Piero. Con Lippi ho avuto un rapporto molto bello, mi ricordo che a inizio anno mi disse che se avessi fatto più di 30 gol avrei dovuto fargli un regalo, se no me l’avrebbe fatto lui: alla fine dell’anno avevo fatto 35 gol complessivi. È stata una stagione bellissima, abbiamo vinto lo Scudetto, dopo anni, all’ultima giornata, in quel famoso 5 maggio. In più io sono riuscito a vincere la classifica marcatori e per me quella è stata una sensazione unica. Ho vinto altri campionati con la Juve ma il primo è quello che più mi ricordo".

CALCIOPOLI E LA CHAMPIONS - "Calciopoli? Ogni giocatore doveva scegliere il suo destino, se restare o andare via. E restare voleva dire ritrovarsi a disputare un campionato di Serie B con 16 punti di penalizzazione. In quel momento sentii di dover dare qualcosa alla Juve, alla quale dovevo molto. Emotivamente comunque quel campionato è stato bello  ovunque andassimo, era una festa, e c'erano molti ragazzi del settore giovanile. Abbiamo vinto il campionato e siamo tornati subito dove deve stare la Juventus, in Serie A. La Champions è un trofeo che mi manca e forse è quello che ho sofferto di più. Ho avuto una possibilità nel 2003 contro il Milan, quando abbiamo perso ai rigori, uno sbagliato da me. Il rigore sbagliato nella finale del Mondiale del 2006? È stato diverso rispetto a quello del 2003 in Champions perché in quel momento non giocavo. Non l’ho mai vissuta in maniera negativa ma in modo molto professionale. Perdere fa parte dello sport".