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Milan, Gattuso: “L’Inter non è morta, può far male in qualsiasi momento. Derby partita a sé”

Getty Images

Il tecnico rossonero alla vigilia del derby contro l'Inter

Redazione ITASportPress

Scalpita tutta Milano e tutta Italia per il derby della Madonnina di domani sera, forse il più importante degli ultimi anni. Vedrà fronteggiarsi due squadre che stanno attraversando periodi ben differenti: il Milan sta bene e non ha ancora perso nel 2019 in campionato, l'Inter è reduce dalla cocente eliminazione dall'Europa League (e in Serie A è stata scavalcata proprio dai rossoneri al terzo posto). Mister Gattuso si è espresso nella consueta conferenza stampa della vigilia: "In questo giochino che stiamo bene e loro male non ci caschiamo: l'Inter è squadra forte, non è morta e può far male in qualsiasi momento".

STRACITTADINA - L'importanza del derby è nota a tutti: "Sarà diverso da quello di 4 mesi fa, è una partita a sé e per questo l'Inter non è assolutamente sfavorita. Rispetto per loro, ringrazio i tifosi perché trasformeranno San Siro in una bolgia". È anche fondamentale per una carriera? "Sono sempre 3 punti in palio come nelle altre gare - ha continuato Gattuso -, questa non mi preoccupa in sé, ma per gli strascichi nel caso in cui le cose andassero male". Serve la testa libera: "Sì, all'andata l'atteggiamento non mi è piaciuto, serve coraggio". Adesso è un altro Milan: "Nelle prime 7-8 giornate faticavamo a portare punti a casa, adesso prendere meno gol e ribaltare il risultato nel recupero ci ha dato maggiore sicurezza".

SINGOLI - Tante le domande sui possibili protagonisti del match, anche quelli che mancheranno. Si parte da Biglia, decisivo contro il Chievo: "Vedremo se giocherà - ha commentato Gattuso, che non ha voluto sciogliere le riserve sull'argentino -, su Piatek vi dico che non siamo ancora pronti per avere giocatori in grado di vincere la partita da soli, conta il collettivo". Non poteva mancare il riferimento a Mauro Icardi: "Anche il giocatore più forte al mondo deve avere rispetto degli altri componenti dello spogliatoio. E quando vedo che non c'è rispetto posso diventare l'uomo più cattivo al mondo. Ma non solo del giocatore, anche di chi lo gestisce. Lo spogliatoio è sacro e chiedo a tutti di dire le cose in faccia, meglio mandarsi a quel paese ma poi il rancore bisogna metterlo da parte".