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Napoli, De Laurentiis: “Ancelotti qui per 6 anni. Vincerà in Italia e in Europa. Su Sarri…”

"Insigne è un prodotto del Napoli e di Napoli"

Redazione ITASportPress

"Erano anni che avevamo contatti telefonici, ogni tanto Carlo si informava di nostri calciatori e io con lui dei suoi. Mi aveva colpito il suo equilibrio ma anche la sua educazione", è così che Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, rivela in un'interessante intervista al Corriere dello Sport, alcuni particolari che riguardano la trattativa che ha portato Carlo Ancelotti ad allenare la squadra azzurra. Il patron partenopeo, col suo solito stile, si è soffermato a parlare del nuovo tecnico e soprattutto della fiducia che ha nei suoi confronti. Tra i tanti temi affrontati, anche l'ex Maurizio Sarri al quale il numero uno del Napoli non ha risparmiato qualche stoccata.

ANCELOTTI - "Come è nata l'idea di Ancelotti? Erano anni che avevamo contatti telefonici, ogni tanto Carlo si informava di nostri calciatori e io con lui dei suoi. Mi aveva colpito il suo equilibrio ma anche la sua educazione, perché quando intuiva che non ci sarebbero stati margini per trattative non insisteva". Poi il retroscena: "L’altro giorno Carlo era a Ischia, mi ha telefonato entusiasta: Aurelio, io qui ci potrei restare anche sei anni. Sono fiero di aver individuato un uomo del suo livello, non solo professionale. Con lui si vive un rapporto umano, discutendo amabilmente dei reciproci interessi". E sulla notte di Champions contro il Liverpool: "Se parlo di calcio, non si offende: prima del Liverpool, al mattino, gli ho telefonato e così, ho espresso pareri. E lui con garbo, autorevolezza e autorità, mi ha detto: presidè, stai tranquillo, la vinciamo. L’ho preso in parola e all’87esimo ho detto: ma vuoi vedere che succede? È successo. Non può capire la mia reazione".

SARRI - "Io credevo, tre anni fa, di aver incontrato un allenatore che sarebbe rimasto qua per un lungo periodo, avrei potuto trattenerlo, perché aveva altri due anni di contratto. Ma ad un certo punto è diventata solo una questione di danaro. È strano questo mondo in cui, di colpo - attraverso l’ambiente, l’impatto mediatico o certi opinionisti - si stabilisce che un contratto vada adeguato. Ma allora che valore ha quell’accordo appena scritto? Tenga presente che noi eravamo già passati da 700.000 euro a 1.550.000. Poi una volta ho sentito dire: al prossimo accordo voglio arricchirmi. E mi sono chiesto: allora le dichiarazioni sull’amore per la città? Io ci avevo creduto, però poi mi sono domandato: e se mi stesse usando come sponda?".

GIOCATORI - "Insigne? Non mi ha stupito. È un prodotto del Napoli e di Napoli, città complicata nella quale è più difficile che altrove essere profeta in Patria. Un altro, al suo posto, avrebbe potuto dire: ma chi me lo fa fare? E invece ha dimostrato di essere uomo, ha una testa per ragionare. E per me è uno di famiglia". Mentre sul rinnovo di Zielinski: "Quella di Piotr è una partitura ancora tutta da scrivere e da immaginare. Il vero Zielinski non è stato ancora visto appieno e codificato del tutto e questa altalena forse genera in lui un’insicurezza a cui saprà ovviare".

TRAGUARDI FUTURI - "Settembre 2004 è stato il momento magico di questa epoca: aver rilevato il Napoli dal fallimento, averlo portato dove siamo, con l’ammirazione internazionale e un futuro che ci aspetta. Come lo immagino? Vincente in Italia e in Europa".