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Estorsione aggravata: l’ex Palermo Miccoli condannato a 3 anni e 6 mesi

L'ex giocatore del Palermo ha pianto dopo la lettura della sentenza e non ha voluto rispondere alle domande dei giornalisti. Ha solo detto: "Oggi vado via da Palermo"

Redazione ITASportPress

Severa condanna per l'ex attaccante del Palermo, Fabrizio Miccoli imputato per estorsione aggravata dal metodo mafioso. L'ex capitano rosanero è stato condannato a 3 anni e 6 mesi con rito abbreviato. Come riporta l'edizione di Palermo del quotidiano La Repubblica, il gup Walter Turturici, dopo otto ore di camera di consiglio, ha emesso la sentenza.

La richiesta della procura, rappresentata in aula dal sostituto procuratore Francesca Mazzocco, nella requisitoria di qualche mese fa era stata di 4 anni. Gli avvocati del capitano del Palermo, Giovanni Castronovo e Giampiero Orsini, avevano chiesto l'assoluzione. Per la procura di Palermo Miccoli si rivolse a Cosa nostra per fare in modo che venisse saldato un debito di circa 20 mila euro ad un suo amico.  Secondo l'accusa Miccoli avrebbe messo in movimento il meccanismo di una richiesta estorsiva avanzata nei confronti dell'imprenditore Andrea Graffagnini. L'ex numero 10 del Palermo avrebbe infatti sollecitato Mauro Lauricella, figlio del boss del quartiere Kalsa Antonino detto "Ù Scintilluni", a utilizzare metodi spicci per chiedere la somma di denaro di cui un ex fisioterapista del Palermo, Giorgio Gasparini, avrebbe preteso essere creditore relativamente alla gestione della discoteca "Paparazzi" di Isola delle Femmine.

GUAI - I guai per Fabrizio Miccoli sono iniziati nel 2012 durante le indagini per la cattura di Antonino Lauricella. Il figlio di Lauricella, Mauro, venne intercettato mentre in macchina parlava con Miccoli. Il bomber pronunciò la frase che decretò la fine della sua carriera a Palermo. "Quel fango di Falcone", canticchiavano i due amici su un Suv mentre sfrecciavano per le vie di Palermo.

Sempre nell'ambito della stessa indagine Miccoli venne anche indagato per quattro schede telefoniche. L'ex capitano rosanero avrebbe convinto il gestore di un centro Tim a fornirgli alcune sim intestate a suoi clienti. Una di queste schede fu poi prestata a Lauricella junior nel periodo in cui il padre era latitante.

PIANTO E SCONCERTO - Gli avvocati Giovanni Castronovo e Giampiero Orsini si dicono "Sconcertati. L'esecutore materiale della estorsione è stato assolto e lui, il presunto mandante, è stato condannato. La procura aveva richiesto l'archiviazione. Poi c'è stato un cambio di richiesta. La frase nei confronti di Giovanni Falcone ha avuto la sua eco mediatica. Ha cessato la sua attività calcistica per quella frase. Cosa deve ancora pagare? Leggeremo le motivazioni e poi ricorreremo in appello".

Fabrizio Miccoli ha pianto dopo la lettura della sentenza e non ha voluto rispondere alle domande dei giornalisti. Ha solo detto: "Oggi vado via da Palermo".

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