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Perugia, Santopadre: “Ho investito soldi per vincere sul campo e non nei tribunali”

Il presidente umbro boccia il format a 22 squadre

Redazione ITASportPress

Massimiliano Santopadre, presidente del Perugia, a margine dell'assemblea di Lega B convocata d'urgenza dopo la decisione del TAR per un possibile reintegro di tre squadre in cadetteria, ha analizzato la situazione a TMW: "Sono in questo mondo per pura passione, non ho interessi collaterali. A me interessa soltanto la parte sportiva: sono tre mesi che non si fa altro che parlare della parte legale. Cinque anni fa ho investito tantissimi soldi per poter vincere sul campo C2 e C1. Io prego chi mi ascolta, credo il Consiglio di Stato, di valutare il fatto che tutto questo succede perché ci sono dei club che non vogliono vincere sul campo ma nelle aule dei tribunali. Non voglio sapere chi ha ragione, non devo dirlo io. Ma una cosa è certa: il Perugia ha vinto dei campionati sul campo, mi aspetto che anche altri facciano altrettanto. Ora noi passiamo tutto questo perché le poltrone di altri ci hanno portato a questa situazione. Siamo stati 19 presidenti educati e direi molto onesti. Non ci siamo permessi di parlare mediaticamente, ci hanno detto che siamo dei morti di fame e dei venduti, oltre che degli irresponsabili. Siamo le uniche vittime di questa situazione: il 13 agosto il presidente Balata ci ha comunicato che la nostra Federazione ci aveva dato il via al campionato al 19. Noi per responsabilità verso i nostri tifosi avevamo l'obbligo di far partire il campionato. Dopo nove partite, ci vengono a dire che forse tutto quello che è stato fatto non va più bene. A gente che ha investito milioni di euro ed è prima in classifica viene detto che ha sbagliato e che magari arriverà quindicesimo per questa situazione. Se hanno paura del risarcimento per cinque club, dovranno risarcirne 19. È una situazione intollerabile, basta: ci sono imprenditori che si rovinano per giocare in B. Vogliamo che lo Stato ci tuteli, siamo gente perbene, onesta, che ha sempre pagato gli stipendi. Purtroppo qualche club è fallito, ma non è tutta l'erba un fascia. Ci sono imprenditori importantissimi e oggi gli viene detto di ricominciare? Io dico soltanto una cosa: basta, fateci giocare le nostre partite".