ITA Sport Press
I migliori video scelti dal nostro canale

gazzanet

Malagò: “Olimpiadi senza pubblico straniero una sofferenza. Vaccinare gli atleti? I nostri competitors lo stanno già facendo…”

Malagò CONI Olimpiadi (getty images)

Parla il numero uno del CONI

Redazione ITASportPress

Intervenuto ai microfoni di Radio 1, nel corso di Radio Anch'Io Sport, Giovanni Malagò, numero uno del Coni, ha parlato di tanti temi caldi dello sport internazionale. In modo particolare delle prossime Olimpiadi di Tokyo e della scelta di non prevedere il pubblico straniero a causa della pandemia di coronavirus.

Parla Malagò

 Malagò (Getty Images)

Si parte dai Giochi Olimpici di Tokyo: "Senza pubblico straniero? Una decisione sofferta e dolorosa. Allo stesso tempo è una scelta per salvaguardare la salute di tutti e degli atleti", ha detto Malagò. "Bisognerà capire anche quale sarà la capienza degli impianti a seconda dell'andamento della pandemia".

"Vaccinare gli atleti che andranno in Giappone e magari anche la stampa? Noi riteniamo che non aver voluto forzare la mano o creare alcun canale priviliegiato sia stata la cosa più giusta. Ma più ci si avvicina alla meta, il rischio sale. Se questi atleti dovessero contrarre il Covid rischierebbero di buttare cinque anni di allenamenti e fatiche. Bisogna considerare che alcuni degli atleti sono già stati vaccinati in quanto appartenenti ai corpi di polizia ecc. I nostri competitors hanno già vaccinato alcuni atleti. Tutto questo deve essere considerato".

"Più 140% di donne nelle cariche? Questo è un dato importante. Mi sembra che questo quadriennio apra ufficialmente alle donne nello sport. Spetta a loro, adesso, dimostrare il loro valore. Siamo molto contenti di questo cambiamento".

E ancora sul momento dello sport e su ciò che occorrerebbe fare: "La verità è che il sistema è al collasso, questo è poco ma sicuro. La crisi e la pandemia stanno trascinando dei problemi di carattere finanziario, psicologico e sociali. Ci sono quattro categorie: i tecnici, i giocatori, i titolari delle aziende e chi lavora all’interno delle società. La nostra filiera è fatta da circa centomila società dilettantistiche e ha dei problemi enormi. Qui si rischia di non salvaguardare i datori di lavoro. Succede che siamo finiti in quella che si potrebbe definire una tempesta perfetta tra pandemia e crisi economica. Se ci sono risorse economiche va razionalizzato il sistema trovando dei privati che investono sul settore".

tutte le notizie di