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TENNIS, Australian Open: straordinaria S. Williams che batte la Radwanska ed è in finale

Battuta la Radwanska: Serena Williams è in finale

Redazione ITASportPress

Serena Williams agguanta la finale degli Australian Open. A Melbourne si è assistito all’ennesima rinascita sportiva di quella che probabilmente è la più grande di sempre nel tennis femminile. Per la 34enne campionessa americana prendersi a mani basse la finale degli Australian Open è stato un gioco da ragazzi. Ultima vittima Agnieszka Radwanska, soprannominata “Aga la Maga” per la sua sagacia tattica. E’ finita in un battibaleno: 6-0 6-4 con Serenona che è passata come un ciclone sulla polacca vincitrice dell’ultimo masters. Guardando la sfida qualcuno forse si sarà chiesto dove fosse finita Roberta Vinci, che lo scorso settembre con il suo rovescio slice aveva mandato letteralmente fuori giri la devastante potenza di Serena infliggendola nella semifinale degli US Open la sconfitta forse più bruciante della sua ineguagliabile carriera (21 trofei dello Slam, a meno uno da Steffi Graf e a meno tre da Margaret Court). Dopo quel clamoroso ko della statunitense si erano perse le tracce, tra mille voci e sussurri: dalla depressione a una presunta gravidanza. A Melbourne è sbarcata con un punto interrogativo grande così sulle spalle: non giocava un match ufficiale da quattro mesi e si era ritirata dopo un solo set per un’infiammazione al ginocchio nel corso della Hopman Cup a Perth, tradizionale prologo allo Slam down under. Bene, Serena ha agguantato la finale degli Australian Open (la 26esima in carriera in un Major) facendo percorso netto e crescendo via via di condizione: nessun set ceduto in sei incontri, appena 26 game persi (una media di 4,3 a partita).

La Radwanska più che battuta è stata abbattuta. E dire che Aga nel 2016 non aveva mai perso (ha vinto a Shenzhen) ed era sbarcata in Australia da numero quattro del ranking. Quando però la numero uno aumenta di giri e mette il piede sull’acceleratore non ce n’è per nessuna. Il primo set è stato un’esecuzione in grande stile: 24 punti a 7 in appena venti minuti. Un dato fa paura: il 75% dei punti di Serena sono stati dei vincenti. Brava tuttavia la 26enne polacca a non arrendersi come aveva invece fatto nei quarti la Sharapova. Il problema è che giocare contro la Wiliams è frustrante: fai quel che puoi, ma sai già come finirà. Nulla dipende da te. Sotto 3-1 nel secondo parziale, la Radwanska è stata furba nel capire che la rivale aveva un tantino mollato la presa. Ha approfittato di qualche errore di Serena, ha infilato tre game consecutivi e si è portata sul 4-3. Una facile volée out sul 3-3 aveva fatto intravedere qualche piccola incrinatura nel tennis della statunitense. Solo un’illusione. La Williams non ha battuto ciglio: ha resettato tutto e ripreso a tirar fendenti che hanno spazzato via l’avversaria. Un peso massimo contro un peso piuma: nell’ultimo game ha sparato uno dietro l’altro tre ace, tanto per gradire.

Serena sabato in finale troverà la tedesca Angelique Kerber, che ha fermato la corsa della sorpresa del torneo, la briannica Johanna Konta, con il punteggio di 75 62. Per la 28enne tedesca di Brema, numero 6 mondiale, sarà la prima finale di Slam. “Sarà un onore sfidare la numero uno”, ha detto. Sarà la sesta volta: l’ha battuta a Cincinnati nel 2012 nei quarti e perso cinque volte. Sarà bene non farle vedere i numeri di Serena nelle finali: ne ha vinte 21 e perse soltanto 4, l’ultima nel 2011 agli US Open (contro Sam Stosur). Segno di una forza mentale straordinaria. Non solo strapotere fisico, servizio e diritto. A Melbourne ha avuto anche l’ardire di presentarsi con un completino giallo spezzato che mostra tante delle sue forme e poco nasconde. Se tutti i pezzi del puzzle sono al loro posto è ancora la più forte, alla faccia delle sue 34 primavere.