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Tennis, doping: quando le menzogne superano la verità

Sarà un processo a stabilire l'utilizzo che Maria Sharapova ha fatto del Mildronate

Redazione ITASportPress

Sarà un processo a stabilire l'utilizzo che Maria Sharapova ha fatto del Mildronate, misterioso (e miracoloso) medicinale prodotto in Lettonia, contenente un principio attivo denominato Meldomium. La sostanza è stata bandita dalla WADA dopo che decine di sportivi ne avevano fatto uso in misura un tantino sospetta. Un tribunale indipendente valuterà le argomentazioni di accusa e difesa, dopodiché stabilirà una sanzione che pare inevitabile. A quel punto, le parti potranno decidere se rivolgersi al CAS di Losanna, ente supremo per qualsiasi procedimento sportivo. Senza entrare nel merito del caso Sharapova, emerge una sensazione forte e chiara: da quando la piaga del doping si è insinuata nello sport, chi viene colto con le mani del sacco fa una fatica tremenda ad ammettere di aver barato. Sono pochi, pochissimi, quelli che hanno detto: “Ok, ci ho provato, mi avete beccato”. La casistica si è dunque riempita di giustificazioni più o meno ridicole, talvolta esilaranti. Alcuni casi hanno fatto il giro del mondo, altri sono meno noti ma ugualmente “divertenti”. E allora vale la pena dare un'occhiata ai dieci casi più surreali nella storia del tennis, concedendoci una finestra sulle altre discipline (con il ciclismo a farla da padrone).

LE MENZOGNE DI ANDRE AGASSI

Il Crystal Meth è una droga ricreativa, non certo la più costosa. Nel 1997, Andre Agassi ne sniffò un po' su invito del suo amico “Slim”. Bum, subito positivo all'antidoping. Per evitare la figuraccia, il Kid di Las Vegas scrisse all'ATP una lettera piena di menzogne, in cui raccontava che la sostanza si trovava in una semplice bibita, contaminata dal suo assistente, bevuta a sua insaputa. Non solo gli credettero, ma addirittura insabbiarono il tutto. Andre ha rivelato questa storia 12 anni dopo, nel suo libro “Open”, scatenando una viva indignazione. Ma ormai era tardi per punirlo.

LE PILLOLE PER IL JET-LAG

Il tennista è lo sportivo che viaggia di più. Nazioni, oceani, continenti...ogni settimana c'è da prendere un aereo e magari cambiare fuso orario. Il jet-lag è un problema, tanto che sono in commercio alcune pillole per regolarizzare i ritmi biologici. Qualche anno fa, trovarono la metilexanemina nelle urine di Robert Kendrick, discreto giocatore americano. Pare che la sostanza fosse proprio in una di quelle pillole. Gli diedero dodici mesi (poi ridotti a otto) perché non aveva nessuna prescrizione medica per utilizzarle. Ma se il jet-lag è un problema di tutti i tennisti, come mai solo Kendrick ne faceva uso?

KAROL BECK E IL MAL D TESTA DELLA MADRE

Senza questo “incidente”, forse, troveremmo la Slovacchia nell'albo d'oro della Coppa Davis. Poco prima della finale del 2005 contro la Croazia, l'antidoping trovò il clenbuterolo, uno stimolante, nei campioni di Karol Beck. Con le spalle al muro, lo slovacco inventò un paio di storie. Forse la sostanza poteva essere in un drink contaminato, bevuto in una discoteca di Bratislava...anzi, no, tempo prima aveva assunto alcune pillole per il mal di testa. Non le aveva comprate lui, le aveva trovate casualmente in casa. Le utilizzava sua madre. Non gli hanno creduto e si prese due anni di squalifica.

BARBORA STRYCOVA E LA VOGLIA DI DIMAGRIRE

Mantenere la linea, si sa, è una priorità per quasi tutte le donne. E' la tesi portata avanti da Barbora Strycova quando le trovarono uno stimolante denominato “sibutramina”. La ceca disse che la sostanza si trovava nell'Acai Berry Thin, prodotto dimagrante, di quelli che si vedono spesso nelle televendite sulle TV private. Lo acquistò su internet e avrebbe addirittura chiamato l'azienda produttrice per assicurarsi la “pulizia” del prodotto. Ovviamente, le avevano detto che non c'era problema. Cosa non si fa per vendere una confezione in più...la ceca cadde dalle nuvole: “Ero certa di aver consumato solo prodotti naturali”. Ma fu sospesa per sei mesi.

LA ZOLLETTA DI MAMMA CILIC

Capita spesso che i tennisti siano sbadati. E' il caso di Marin Cilic: rimasto senza integratori al glucosio, chiese alla madre di comprargliene qualche confezione. Lui, ignaro, si fidò dell'acquisto in farmacia e ingerì il “coramine glucose”, al cui interno si trovava la niketamina. Il croato prese le barrette senza preoccuparsi di leggere il foglietto di accompagnamento: un'ingenuità simile a quella della Sharapova. Gli diedero nove mesi, poi il CAS di Losanna fu più benevolo e ridusse a quattro la squalifica. L'anno dopo avrebbe vinto lo Us Open, mostrando un livello di gioco mai più raggiunto, né prima né dopo.

LA PERDITA DI CAPELLI E' DURA DA ACCETTARE

Non che Mariano Hood fosse un fenomeno, però era un doppista di buon livello. Il 31 maggio 2005 gli trovarono la finasteride in corpo e lui ebbe la risposta pronta: si trovava in un prodotto per contrastare la perdita dei capelli. Sono curiose le somiglianze con il caso Sharapova: l'argentino asserì di utilizzarla su base quotidiana dal 1996 e di aver avuto almeno un paio di rassicurazioni sul fatto che non fosse doping. La sostanza divenne proibita il 1 gennaio 2005 e lui fu pizzicato qualche mese dopo. Gli diedero un anno di squalifica, ma lui preferì ritirarsi. A vederlo oggi, non sembra che la finasteride abbia avuto chissà quale effetto...

LA MOGLIE DI PUERTA AL BAR DEL ROLAND GARROS

Mariano Puerta è finito per due volte nella rete dell'antidoping. Prima il clenbuterolo, poi l'etilefrina, guarda caso ingerita prima della finale del Roland Garros 2005 contro Nadal. Trovò una giustificazione incredibile: poche ore prima del match sarebbe andato al bar, dove si trovava l'allora moglie Sol Estevanez. Era lei a prendere un medicinale contaminato e lui, per errore, avrebbe bevuto dal bicchiere d'acqua sbagliato. Gli diedero otto anni e fece ricorso al CAS, dove i giudici accettarono la tesi (!) che aveva davvero bevuto dal bicchiere della moglie. Con la pena ridotta a due anni tornò ma non fu mai più che quello di prima. E nel 2009 si è dichiarato fallito presso il Tribunale di Buenos Aires. Anni dopo, qualcuno disse che Puerta si prese colpe non sue per coprire qualcun altro. A proposito di fantasie...

LA BISTECCA AVARIATA DI PETR KORDA

Magro e talentuoso, nel 1998 Petr Korda coronò il sogno di vincere uno Slam, dominando la finale dell'Australian Open contro Marcelo Rios. Qualche mese dopo gli trovarono il Dianabol, anabolizzante utilizzato dai culturisti per aumentare la massa muscolare. Se è vero che uno come lui aveva bisogno di qualche muscolo in più, nessuno si accorse dell'ingrossamento. Una serie di disguidi ritardarono la sua squalifica, annunciata solo dopo il ritiro. Korda sostenne che la sostanza era finita nel suo corpo tramite una bistecca, molto probabilmente avariata...anni dopo, Alberto Contador disse la stessa cosa.

IL BACIO ALLA COCAINA DI RICHARD GASQUET

E' una delle giustificazioni più incredibili. Ed è ancora più incredibile che i suoi avvocati l'abbiano avuta vinta. Miami 2009, l'antidoping trova tracce di cocaina nel corpo del francese. Lui non ha dubbi: può averla ingerita soltanto dopo aver baciato Pamela, una misteriosa ragazza di origine francese, in un locale notturno di Miami. In qualche modo la difesa vince e la sanzione viene interamente annullata, forse perché il quantitativo di cocaina era talmente piccolo da far credere alla sua versione. “Se fosse stato controllato qualche ora dopo, probabilmente il risultato sarebbe stato negativo”. Forse aveva ragione lui...

SESIL KARATANTCHEVA E UNA GRAVIDANZA A 16 ANNI

La giustificazione più triste. La bulgara era una baby prodigio, quartofinalista al Roland Garros ad appena 15 anni. L'anno dopo le trovarono il nandrolone e lei disse che la sostanza si era formata naturalmente a causa di una gravidanza (?), ma fu solo la seconda giustificazione: in precedenza aveva citato un prodotto dietetico datole dal padre. Non riuscì a fornire prove a sufficienza e non le credettero né in primo né in secondo grado. Il CAS di Losanna rigettò il suo ricorso con una sentenza di 37 pagine, piena di punti censurati. A distanza di 10 anni, Sesil continua a sostenere che fosse davvero così: “Potrei forse mentire su una cosa che mi ha rovinato l'adolescenza?”. Nel frattempo ha scelto di giocare per il Kazakhstan, poi è tornata in Bulgaria. E non è mai più stata quella di prima.

QUANTA FANTASIA FUORI DAL TENNIS....

Anche gli altri sport hanno offerto storie davvero curiose. Pur di evitare la squalifica, alcuni atleti le hanno provate tutte. Il fattore sesso è stato tirato in ballo da diversi atleti: si ricorda il calciatore Marco Borriello (per un prodotto che prendeva l'allora fidanzata Belen Rodriguez) e i velocisti Dennis Mitchell e LaShawn Merritt, che tra testosterone e anabolizzanti dissero che lo sprint serviva soltanto sotto le lenzuola. Le scuse più incredibili sono arrivate dal ciclismo: Alberto Contador era convinto che le bistecche offerte dagli amici fossero piene di clenbuterolo, mentre Floyd Landis sostenne che il testosterone in eccesso era dovuto a un “allegro” consumo di alcol. La storia di Gilberto Simoni ricorda quella di Richrd Gasquet: sua zia, una suora, andava spesso in Colombia e lo riforniva di caramelle che poi risultarono contenere un pizzico di cocaina. Sembrò una scusa incredibile, invece il test del capello e l'analisi delle caramelle certificarono che era effettivamente così. Senza il tragico finale, sarebbe comica la vicenda del ciclista belga Franck Vanderbroucke, talentuoso ma ribelle. Durante un perquisizione a casa sua trovarono clenbuterolo, morfine, EPO e droghe pesanti. Lui si giustificò dicendo che era tutto per il suo cane...forse la scusa migliore (o peggiore, a seconda dei punti di vista). Di sicuro la più divertente. Nel 2009, all'età di 34 anni, lo trovarono morto in Senegal. Un decesso avvenuto in circostanze mai chiarite a fondo.