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Tennis, Murray: “Quando esco alle otto e torno la sera ci sto male perchè…”

"Vorrei che mia figlia da grande potesse essere orgogliosa di me", ha confessato Murray

Redazione ITASportPress

E' il quarto top five ad essere diventato papà dopo Roger Federer - fuori gara con le sue due coppie di gemelli -, Stan Wawrinka e Novak Djokovic. E a tutti e tre la paternità non ha creato problemi nel continuare ad ottenere grandissimi risultati in campo. Ora resta da vedere come la nascita di Sophia Olivia, primogenita di Andy Murray e Kim Sears, influenzerà la vita del campione scozzese.

"Vorrei che mia figlia da grande potesse essere orgogliosa di me", ha confessato Murray durante un'intervista esclusiva a The Independent, la prima dal lieto evento. Diventato padre lo scorso 7 febbraio, Andy ha ammesso che tutto è cambiato nella sua vita già dal giorno della nascita della bimba: "Mi sorprende quanto tutto cambi velocemente. Non te ne rendi conto perché sei lì sempre, ma quando guardi una foto del giorno in cui è nata ed una di cinque giorni dopo o una di adesso ti accorgi di quante cose cambiano quotidianamente”.

Certo nell'ultimo periodo al 28enne di Dunblane le emozioni non sono mancate. In Australia ha raggiunto la sua quinta finale nonostante il pensiero della moglie in procinto di partorire e la preoccupazione per la salute del suocero - Nigel Sears, coach di Ana Ivanovic - che a Melbourne ha avuto un malore che lo ha costretto al ricovero in ospedale. La finale contro Djokovic l'ha persa (era la quarta contro il serbo) ma poi, esattamente una settimana dopo, è arrivata Sophie.

Andy ha ammesso che non gli piace affatto stare lontano dalla bimba, nemmeno per un minuto. Dovrà farlo per la prima volta questa settimana - almeno per qualche ora ogni giorno - perché sarà impegnato nella sfida casalinga contro il Giappone nel primo turno del World Group della Davis (la Gran Bretagna è campione in carica). "Non voglio perdermi nessun cambiamento di Sophie: anche stare lontano per un giorno soltanto mi rende triste. Sento che dovrei essere lì e voglio esserci il più possibile. Quindi quando vado via da casa alle otto del mattino e torno alle otto di sera ci sto male".

La paternità è positiva, chiedere soprattutto a Roger o Nole per informazioni. "Che il tennis non sia più la tua priorità può aiutare" - dice Murray -. "Ti porta a mettere nella giusta prospettiva una brutta sconfitta o un brutto allenamento. Il risultato finale di un match non è tutto, ma voglio che mia figlia sia orgogliosa di suo padre quando crescerà e vedrà cosa ho fatto. Spero che essere genitore mi aiuti in modo positivo sul campo, ma se non sarà così, non è la fine del mondo”.