Inarrestabile Matteo Berrettini! Il 26enne romano (n.10 al mondo) continua la striscia perfetta su erba in stagione vincendo per la seconda volta il titolo dell'ATP 500 del Queen's, secondo torneo consecutivo dopo il successo della scorsa settimana a Stoccarda. In finale sui prati dell'affascinante club londinese l'azzurro ha sconfitto il serbo Filip Krajinovic (n.48 ATP) col punteggio di 75 64 in un'ora e mezza di gioco, confermando il proprio momento straordinario di forma e l'efficacia del suo gioco su erba.
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ATP Queen’s: Berrettini batte Krajinovic e bissa vittoria della scorsa stagione
Una prestazione in crescendo per Berrettini, che dopo un inizio non dei migliori col servizio ha trovato ritmo e ha imposto il suo tennis aggressivo, sconfiggendo per la terza volta in carriera Krajinovic. Il nativo di Sombor si era issato in finale nel torneo da “perfetto sconosciuto” su erba: non aveva mai vinto una partita sul tour ATP sui prati! Ha disputato una buona finale Filip, ordinato, offensivo, ma Berrettini gli è stato superiore in ogni fase di gioco, anche nello scambio grazie ad una giornata eccellente col rovescio, sia in back per cambiare ritmo e manovrare, che nell'accelerazione alla ricerca dell'affondo. È il nono successo consecutivo per l'azzurro dal rientro sul tour la scorsa settimana.
Krajinovic inizia la partita al servizio ed è subito costretto a difendersi dal gioco aggressivo in risposta di Berrettini. Il serbo si salva nei primi due turni, annullando complessivamente quattro palle break, ma niente può sul 2 pari alla quinta chance quando l'azzurro esegue alla perfezione il classico schema da erba: attacco col rovescio in back, profondo e bassissimo, e chiusura di volo con un tocco magistrale per delicatezza e precisione. Avanti 3-2, Berrettini incappa in un brutto turno di servizio e restituisce il break al rivale. Gioca un tennis ordinato ed offensivo Filip, cresce nel set il rendimento della prima palla di Matteo. Lo strappo decisivo nel parziale arriva sul 5 pari: il romano con un passante basso e lento manda in crisi la volée del serbo, che concede una palla break e cede per la seconda volta il turno di servizio spedendo malamente in rete un rovescio da fondo campo. Berrettini chiude 7 giochi a 5 martellando con servizio e diritto.
Nel secondo set Berrettini gioca un game fantastico in risposta sul 2 pari: tiene benissimo lo scambio col rovescio in back, cambia ritmo col diritto incrociato e corre a rete a toccare di volo in sicurezza. Si procura tre palle break sullo 0-40, sotto pressione Filip sparacchia malamente in corridoio un diritto inside out. È il break decisivo, il romano impone la sua potenza con il servizio e col diritto, sempre più preciso, a tratti irresistibile. Chiude 64 il romano con un Ace esterno imprendibile, si batte la mano sul petto ed urla la sua gioia, liberandosi dalla tensione di una finale ben giocata e a tratti spettacolare.
Matteo ha disputato la decima finale in carriera, la seconda consecutiva al Queen’s, alzando il settimo trofeo e secondo di fila dopo quello conquistato domenica scorsa a Stoccarda. Il suo tennis sui prati è quasi irresistibile: ha vinto 20 degli ultimi 21 match giocati su erba, resta imbattuto nel torneo londinese (10 vittorie su 10 partite disputate) e complessivamente sulla più antica superficie della disciplina ha vinto 33 delle 39 partite a cui ha preso parte in singolare. Considerando l'Era Open, Berrettini è tra i migliori cinque di sempre per percentuale di successi in incontri su erba, in compagnia di Federer, McEnroe, Djokovic e Laver e davanti leggende come Sampras, Connors, Murray e Becker.
Impressionante la cavalcata del tennista allenato da Vincenzo Santopadre: tornato nel tour la scorsa settimana a Stoccarda dopo 84 giorni di stop, ha conquistato il suo secondo trofeo sui prati tedeschi (bissando il successo del 2019) e quindi è sbarcato a Londra per la difesa del titolo 2021 al Queen’s, sconfiggendo all’esordio il britannico Evans, n.31 ATP. Al secondo turno il match più sofferto, una vittoria in tre set sullo statunitense Kudla, n.82 ATP ripescato in tabellone come lucky loser, giocatore a lui sempre ostico. Scampato il pericolo, Matteo nei quarti è stato autore di una solida prestazione e convincente successo contro lo statunitense Paul, n.35 del ranking, sino alla semifinale vinta sull’olandese Van de Zandschulp, n.29 ATP.
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