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C’era una volta l’Arsenal: se perde con il Chelsea è in zona retrocessione. Panchina traballa e due italiani…

Xhaka (getty images)

Il club inglese è di proprietà del magnate Usa Stan Kroenke, che ha nel proprio portafoglio tra l’altro anche i Denver Nuggets di basket, i Colorado Rapids di Mls e i Los Angeles Rams di football americano

Redazione ITASportPress

L'Arsenal domani deve battere il Chelsea per allontanarsi dai bassi fondi della classifica. I Gunners infatti sono 15esimi a +4 dal Fulham terzultimo in classifica. Per l'Arsenal sarà un derby di Londra con tanta paura di retrocedere. Per il momento bocciato il progetto tecnico partito un anno fa con l’arrivo in panchina di Mikel Arteta, che ha iniziato bene con due coppe nazionali (FA Cup e Community Shield) e sembrava bene avviato sulla strada della ricostruzione dopo gli ultimi deludenti anni della gestione Wenger e l’esperienza successiva in chiaroscuro di Unai Emery. Cos'è l'Arsenal adesso? Dov'è il suo battito di un tempo? La squadra delusione che viene accusata di essere troppo straniera.

 Arteta, getty images

Invece in questo autunno l’Arsenal non si è fatto mancare nulla: sconfitte a ripetizione, problemi tecnici e societari stanno portando alla deriva un club che quanto a fatturato avrebbe tutto per puntare a traguardi più prestigiosi di una permanenza in Premier nemmeno più scontata. Pare che il tycoon americano Stan Kroenke, che ha nel proprio portafoglio tra l’altro anche i Denver Nuggets di basket, i Colorado Rapids di Mls e i Los Angeles Rams di football americano - abbia un certo disinteresse per i risultati sul campo del club di Londra. Ai margini del progetto tecnico c'è anche Ozil che è il più pagato della rosa (18 milioni di euro all’anno) ma non viene convocato da mesi. Da Londra se dovesse andare male il derby con il Chelsea si parla di un avvicendamento immediato con gli italiani Sarri e Allegri, allertati. Liberarsi di Arteta può offrire una breve defibrillazione alla squadra. Ma quegli ululati di orrore per i risultati dei Gunners forse verrebbero poi rivolti meglio verso un punto più in alto della catena: il magnate Kroenke.

 (Getty Images)
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