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Bayern Monaco, Alphonso Davies diventa “Ambasciatore per i rifugiati”

Alphonso Davies (getty images)

L'esterno dei tedeschi ha ripercorso alcune tappe della sua vita e carriera ed ha ricevuto il "titolo" dall'UNHCR

Redazione ITASportPress

"Mi chiedo spesso che ne sarebbe stato di me se fossi rimasto nel campo profughi in Ghana dove la mia famiglia era approdata dopo essere fuggita dalla guerra civile in Liberia. Forse non sarei riuscito a diventare un calciatore professionista''. Sono queste le parole di Alphonso Davies, esterno del Bayern Monaco, che ha ripercorso alcune tappe della sua vita.

Come si legge sul sito del club tedesco, l'esterno è stato nominato dall'UNHCR "Ambasciatore mondiale di buona volontà".

Alphonso Davies si racconta

 Alphonso Davies (getty images)

Alphonso Davies e la sua famiglia sono stati trasferiti in Canada dal campo profughi in Ghana quando il ragazzo aveva cinque anni. All'età di 15 anni, ha iniziato a giocare come calciatore professionista e, solo un anno dopo, ha fatto il suo debutto in nazionale, diventando il più giovane giocatore della nazionale canadese. Oggi, a 20 anni, il calcaitore del club tedesco è considerato uno dei migliori calciatori del mondo. "Sebbene il campo profughi fosse un luogo sicuro per la mia famiglia fuggita dalla guerra, mi chiedo spesso dove sarei se fossi rimasto lì e non avessi beneficiato dell'opportunità di reinserimento in Canada. Non credo che sarei potuto arrivare dove sono adesso", ha detto Alphonso Davies. "Voglio spiegare all'opinione pubblica quanto sia importante aiutare i rifugiati, ovunque si trovano, nei campi o nelle città, nei paesi dove sono approdati per fuggire alle guerre. I rifugiati hanno bisogno del nostro sostegno per sopravvivere, ma anche per poter avere accesso all'istruzione e allo sport, insomma per realizzare il loro potenziale"

L'UNHCR ha commentato questo "titolo" assegnato al giocatore: "Alphonso Davies incarna il potere trasformativo dello sport e siamo onorati che si unisca a noi", ha dichiarato Filippo Grandi, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati. "Lo sport ha l'incredibile potere di infondere speranza, guarire e contribuire a plasmare il futuro delle persone sradicate. Come parte del nostro lavoro con i rifugiati, vediamo ogni giorno come lo sport può migliorare la loro vita. La storia personale di Davies, il suo talento e il suo successo come calciatore professionista e il suo impegno nell'aiutare i rifugiati sono importanti''.

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