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Caso Ozil-Germania, Grindel: “Chiedo scusa, ma non sono un razzista”

Il presidente della federazione tedesca ha parlato delle recenti questioni con il giocatore

Redazione ITASportPress

Reinhard Grindel, presidente della Federazione tedesca di calcio, è intervenuto in prima persona sulla vicenda relativa all’addio di Mesut Ozil dalla Nazionale. Nei giorni scorsi il trequartista dell’Arsenal ha rivolto accuse molto pesanti ai dirigenti che si trovano a capo del sistema calcio in Germania. Con un lungo post apparso sul suo profilo twitter, il giocatore lamentava la poca vicinanza della Federazione di fronte alle accuse di razzismo circolate nelle ultime settimane a seguito di una foto scattata tra il giocatore e il presidente turco Erdogan. Con una nota pubblicata sul sito della DFB, Grinder ha voluto spiegare la propria posizione in merito.

SCUSE - "Il calcio ha un’alta rilevanza socio-politica. Ciò si evince dalle discussioni sorte negli ultimi giorni. L’addio alla Nazionale di Mesut Özil ha innescato un dibattito sul razzismo – in generale – e sulla capacità di integrazione nel mondo del calcio – in particolare. Come presidente della DFB, non voglio sfuggire a questo dibattito. Ammetto apertamente che la critica del calciatore mi ha colpito personalmente; e con me, anche i miei colleghi. Rifiuto con fermezza l’accusa di essere etichettato come un razzista. I valori del DFB sono anche i miei valori: solidarietà, anti-discriminazione e integrazione sono tutti valori che mi stanno a cuore. Ecco perché noi abbiamo criticato la foto con il presidente turco Erdogan. Chiedo scusa e sono profondamente dispiaciuto che tutto ciò sia stato usato strumentalizzato per gli slogan razzisti. Ogni forma di ostilità razzista è insopportabile, inaccettabile e intollerabile: questo vale per Jerome Boateng, per Mesut Özil, e per tanti altri come loro".