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CHELSEA, bilancio in perdita e Mourinho…

Il bilancio del Chelsea è in perdita secca di 23 milioni: salvo il Fair Play Finanziario, ma la buonuscita di Mourinho può inguaiare gli inglesi.

Emanuele Costa

Il Chelsea di Roman Abramovich ha pubblicato i bilanci relativi alla gestione del club nell'annata 2014/2015, ovvero quella successiva al rientro alla guida della squadra del tecnico José Mourinho e a cospicui investimenti sul fronte del calciomercato. La società aveva infatti speso la bellezza di 137 milioni di euro sul mercato, per assicurarsi giocatori come Diego Costa (38 milioni), Cesc Fabregas (33 milioni), Juan Cuadrado (31 milioni), Filipe Luis (21 milioni), e diversi altri prospetti di livello medio-alto. Un investimento coronato dalla conquista della Premier League, ma controbilanciato dal cammino non certo esaltante in Champions League: i Blues erano stati eliminati dal Paris Saint-Germain agli ottavi di finale, e avevano quindi raccolto solo una cifra abbastanza limitata dalla massima competizione europea.

La combinazione di questi due fattori (vittoria del campionato ma cammino deludente in coppa), unita ad una ristrutturazione della struttura finanziaria del club, ha portato la società a mettere a referto una perdita di 23 milioni di euro per le casse dei londinesi. Nulla di preoccupante, certamente, visto anche che la UEFA ha provveduto a comunicare come, dato che la perdita "è derivata da rettifiche non riguardanti la gestione sportiva", non andrà ad influire sul Fair Play Finanziario. Un'ancora di salvezza per il Chelsea, inoltre, è arrivata dalla Yokohama, azienda giapponese di pneumatici e main sponsor di quest'anno, che ha firmato un contratto pubblicitario dalla straordinaria portata di 55 milioni di euro a stagione, per cinque anni.

Qualche preoccupazione in più invece arriva dai risultati sportivi, che com'è noto sono stati scandalosamente mediocri in questa stagione: raggiunta sì la qualificazione agli ottavi di Champions, il Chelsea si attesta al quindicesimo posto in classifica in Premier. Un piazzamento improponibile che è costato la panchina a Mourinho: il portoghese ha rescisso il contratto con i Blues, intascando però una sontuosa buonuscita da 12 milioni sui 40 che gli sarebbero spettati se fosse rimasto ad allenare il Chelsea per i 4 anni previsti dal contratto. Una cifra mastodontica, specialmente se si considera che a livello di Fair Play Finanziario non è possibile ammortizzarla in alcun modo (la rescissione del contratto è stata consensuale, il che esclude che un altro club, qualora voglia ingaggiare Mou in questa stagione, debba pagare alcun indennizzo ad Abramovich), e se si mette a referto anche il contratto del prossimo allenatore, che è stato assunto per sostituire lo Special One. 

Il prescelto è Guus Hiddink, che già nel 2009 aveva raccolto la squadra in un momento di relativa difficoltà (4° posto in classifica a febbraio) rilevandola dalle mani di Scolari. All'epoca l'olandese chiese al Chelsea 2,5 milioni di euro per 4 mesi: considerando che adesso il contratto comprende 6 mensilità, che la situazione è ben più disperata, e che gli stipendi dei manager sono lievitati come quasi tutto nel mondo del calcio, si vocifera che la cifra per Hiddink possa arrivare anche a 4 milioni. Un altro bel peso in bilancio per il 2015/2016, ancor più difficilmente sopportabile se i londinesi non dovessero (come sembra improbabile, a questo punto) qualificarsi per la prossima edizione della Champions League.