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CHELSEA, Stamford Bridge verrà demolito

Stamford Bridge, Chelsea

Mentre in Italia stadi sempre più fatiscenti sono la casa di tifosi che sembrano sempre meno invogliati a recarsi a sostenere la propria squadra, in Inghilterra – come sempre – il calcio continua ad essere due passi avanti, nonostante il...

Emanuele Costa

Mentre in Italia stadi sempre più fatiscenti sono la casa di tifosi che sembrano sempre meno invogliati a recarsi a sostenere la propria squadra, in Inghilterra – come sempre – il calcio continua ad essere due passi avanti, nonostante il ranking internazionale in discesa e l’incertezza a livello europeo. Il Chelsea di Roman Abramovich, che naviga in acque non proprio tranquillissime in Premier League (14° posto in classifica, a soli 5 punti dalla zona retrocessione) ha infatti già chiaro in mente il proprio futuro. Il club ha sottoposto alla città di Londra il piano per la costruzione di un nuovo stadio: il “vecchio” Stamford Bridge, che agli occhi di qualsiasi italiano è un vero e proprio gioiello, verrà demolito per lasciare spazio al nuovo stadio di proprietà dei ‘Blues’.

La casa del Chelsea, che per la cronaca data indietro agli anni ’90, ed è quindi a tutti gli effetti un impianto modernissimo, ad oggi può ospitare 41.600 spettatori, ma si prevede che il nuovo stadio avrà una capacità di 60.000 persone, sempre più in grado di accogliere la marea di tifosi di tutto il mondo – soprattutto asiatici ed arabi – che si stanno avvicinando con sempre maggior passione al calcio inglese, portando investimenti e circolazione di capitali: un’espansione internazionale che vede l’Italia decisamente indietro, superata anche dagli spagnoli e dai francesi.

Ovviamente, lo stadio comprenderà un’area commerciale e una ristorazione, e verrà collegato direttamente con la metropolitana, in una sinergia tra settore pubblico e privato che in Italia è ancora un miraggio (basti pensare ai guai del Napoli con il capoluogo campano o del Milan con il quartiere Portello). Un risultato importante, frutto di decenni di politiche anti-hooligans che hanno reso gli stadi un posto sicuro per le famiglie e uno spettacolo imperdibile. Intanto, nel nostro Paese ci si arrangia ancora con impianti fatiscenti e pericolosi, parzialmente chiusi o interdetti, con cantieri mai inaugurati o con ostacoli burocratici. Uno scenario sconfortante e che, speriamo, presto lascerà il posto a progetti seri ed appetibili come in Inghilterra.