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Dal Portogallo all’Arabia, il portiere Cassio racconta: “Non mi posso cambiare davanti ai compagni perché si imbarazzano…”

Cassio

"Ci sono culture drasticamente diverse tra l'Europa e l'Arabia"

Redazione ITASportPress

Cássio Albuquerque dos Anjos, noto semplicemente come Cassio, ha vissuto tanti anni da calciatore professionista in Portogallo salvo poi voler tentare l'esperienza negli Emirati Arabi, precisamente all'Al Taawon. Il portiere, ora 40enne, ha parlato ai microfoni di A Bola relativamente alle diverse culture tra l'Europa e l'Arabia raccontando in modo particolare alcuni dettagli interni allo spogliatoio e agli allenamenti.

Cassio: "Non posso denudarmi davanti ai compagni"

 Cassio

Sono passati ormai tre anni dal suo trasferimento in Arabia, ma Cassio, ancora, non ci ha proprio fatto abitudine a certi comportamenti da tenere con i compagni di spogliatoio: "Parlaiamo di una cultura completamente diversa. Sto finendo la terza stagione qui, sono venuto con la mia famiglia e non è stato facile, ora ancor di più perché è arrivata la pandemia di Covid. Un paese chiuso all'interno di un Paese chiuso come l'Arabia Saudita. Abbiamo avuto momenti complicati e non sapevamo come e quando poter tornare in Portogallo e soprattutto se e quando ci sarebbe stato permesso di rientrare in Arabia. Diciamo che la fine della scorsa stagione e questa ultima si sono rivelate una grande sfida nella mia vita".

Ma entrando nel dettaglio del mondo sportivo e della sua esperienza con l'Al Taawon: "Sono calcisticamente felice, ho rinnovato per altri due anni, il club sta attraversando una buona fase. Ma qui tutto cambia molto velocemente, bisogna essere sempre svegli".

E sulla cultura del posto: "Mia moglie deve camminare tutto il tempo in un abaya, un vestito interamente nero, e mettere la sciarpa in testa. A Riyadh e Jeda puoi già vedere donne senza tutti quei vestiti tradizionali. Ma ci siamo abituati anche alla nostra città".

"Personalmente ho sofferto i primi tre mesi. Molti calciatori sauditi erano molto sospettosi nei miei confronti ed in generale con ciò che è esterno. Sono molto religiosi e pregano tanto anche prima, durante e dopo ogni partita. L'allenamento si ferma 5 minuti per rispetto quando è l'ora delle preghiere".

Ma un dettaglio ancora più curioso Cassio lo racconta in merito a ciò che accade negli spogliatoi: "Venivo dal Portogallo ed ero abituato a cambiarmi i vestiti ed essere nudo davanti ai miei compagni. Qui è diverso, quasi disgustoso per certi versi. Devi cambiarti in una cabina singola o in bagno da solo. Una volta è capitato di cambiarmi davanti ai compagni e loro erano davvero molto imbarazzati e hanno chiuso gli occhi. Oggi, se lo faccio, un po' sorridono e lo tollerano ma all'inizio non si poteva".

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