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Deeney e la lotta al razzismo sui social: “Le aziende ci guadagnano. Mi chiamano bastardo nero ma non è considerato razzista”

Deeney, getty images

"Un commento ogni 10 minimo ha una emoticon di scimmia o banana"

Redazione ITASportPress

Nella lunga intervista rilasciata al Sun, il capitano e attaccante del Watford Troy Deeney ha avuto modo di parlare non solo del suo difficile passato, con tanto di racconti sul periodo in carcere, ma anche della lotta al razzismo, soprattutto quella sui social network "luoghi" in cui, molto spesso, gravi insulti e abusi rischiano di passare inosservati.

Deeney: social e razzismo

 Deeney, getty images

"Queste aziende vogliono cambiare qualcosa? Vogliono porre fine agli abusi? Se un noto giocatore di colore come Raheem Sterling subisce molestie razziste, si parla tanto. Si fanno tanti commenti rapidamente, aumenta il traffico e aumentano i profitti", ha detto amaramente Deeney facendo una grave accusa a chi controlla i vari social.

E a livello personale, l'attaccante del Watford racconta: "Se sfoglio i vari commenti che ho ricevuto io sui social media, ogni dieci commenti ci sarà almeno uno con un'emoticon razzista. Qusta è la norma. Cosa faccio? Lo blocco e segnalo l'utente e lo contrassegno come incitamento odio e al razzismo. La verità è che poi mi dicono che l'emoticon della scimmia e della banana non sono considerati razzisti. Una volta ho riferito di essere stato definito un "bastardo nero" e mi è stato detto che questa non è una manifestazione di razzismo. Gli algoritmi devono essere modificati per escludere messaggi apparentemente razzisti. Ma i social network vogliono realmente farlo?".