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Deniz Naki inizia sciopero della fame per protesta contro la Turchia

Naki, la cui famiglia appartiene alla minoranza curda in Turchia, sta inscenando la protesta con un gruppo di attivisti curdi

Redazione ITASportPress

Deniz Naki, ex calciatore curdo-tedesco del St.Pauli, ha iniziato uno sciopero della fame di fronte al quartier generale delle Nazioni Unite a Ginevra per protestare contro l'intervento militare della Turchia ad Afrin, enclave curda nel nord della Siria.

"Chiediamo che l'esercito turco e i suoi alleati islamici si ritirino da Afrin e finiscano questa guerra di aggressione", ha detto l'ex giocatore del St.Pauli al quotidiano tedesco Die Welt. Ginevra fino a venerdì ospita la 37esima sessione ordinaria del Consiglio diritti umani delle Nazioni Unite.

Naki, la cui famiglia appartiene alla minoranza curda in Turchia, sta inscenando la protesta con un gruppo di attivisti curdi.

Dopo avere giocato in Germania con Bayer Leverkusen, St.Pauli e Paderborn il calciatore 28enne ha continuato la sua carriera in Turchia prima con il Genclerbirlig di Ankara e poi con l'Amedspor. Attualmente gioca nell’Amed S.K., club della terza serie turca, ma club curdo, e in quanto tale una bandiera

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L'anno scorso un tribunale turco lo aveva condannato a 18 mesi di carcere, pena poi sospesa, per propaganda terroristica dopo avere pubblicato sui social materiale relativo al PKK.

Tornato in Germania, lo scorso gennaio il calciatore filo-curdo è scampato a un attentato subìto in autostrada al confine con il Belgio: la sua auto è stata centrata da due proiettili mentre viaggiava nei pressi della cittadina di Dueren.

Nel 2014, era il 6 novembre, giocava nel Gençlerbirliği, squadra di Ankara. Era per strada per conto suo quando tre ultras della sua stessa squadra lo presero a botte. “Sporco curdo non ti vogliamo qui, vattene”.

Sempre a gennaio la Federcalcio turca lo ha squalificato per tre anni e mezzo, l'equivalente di uno stop a vita in Turchia, per avere condiviso sui social un video in cui si faceva appello a partecipare a una manifestazione contro l'offensiva militare lanciata dalla Turchia.