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Emery e l’esonero dall’Arsenal: “Gli amici vedevano quanto soffrivo. La svolta è stata quando…”

"Problemi di lingua? Quando non vinci, tutto viene amplificato"

Redazione ITASportPress

Mikel Arteta è diventato il nuovo allenatore dell'Arsenal. I Gunners hanno dato inizio ad una nuova era ringraziando Freddie Ljungberg per aver allenato la squadra dopo l'esonero di Unai Emery. Ed è proprio il tecnico spagnolo a raccontare la sua esperienza nel club inglese e i momenti che ne hanno preceduto l'esonero ai microfoni della BBC.

SOFFERENZA - "La mia prima stagione al club non è stata male", ha iniziato a raccontare l'allenatore. "Certo, avrei voluto vincere l'Europa League perché ci avrebbe permesso di giocare in Champions League ma abbiamo raggiunto la finale a bbiamo lottato fino all'ultimo. Penso sia stato comunque un buon risultato per essere la prima stagione. Si era anche parlato di rinnovo del contratto". Ma poi qualcosa si è rotto, nonostante l'ottimismo iniziale: "Questa stagione sembrava essere nata con grande positivtà. Abbiamo iniziato alla grande, ma poi si sono verificati numerosi risultati insoddisfacenti anche dovuti agli infortuni. Il punto di svolta è stato il match contro lo Sheffield United, in cui abbiamo perso. Da quel momento, in un mese, tutto si è rotto. Sono state arrivate una serie di gare senza successi. Tutti si domandavano cosa stesse accadendo. I dubbi su di me e sulla squadra hanno avvolto tutti i tifosi e l'ambiente, anche quello vicino alla società". Da qui la colpa al tecnico: "In queste situazioni, l'allenatore è il colpevole. Attorno a me tutti vedevano il mio stato d'animo e mi dicevano 'vediamo quanto stai soffrendo'. Ed era vero. Quando non vinci una, due, tre o quattro gare soffri, soffri sempre di più. La cosa più strana è che non c'è mai stata neppure una litigata. Il licenziamento? Penso che si poteva fare ancora qualcosa, ma capisco alla perfezione la posizione del club che deve prendere delle decisioni".

LINGUA - In tanti hanno spesso affermato che uno dei problemi tra Emery e il gruppo fosse la lingua: "No, non credo. Penso solo che quando non vinci, tutto viene amplificato. Sono stato in Francia e ho imparato il francese, ero molto concentrato. E quando sono arrivato a Londra sapevo che avrei dovuto imparare bene l'inglese. Ho sempre parlato in inglese, dalla prima conferenza fino al primo allenamento. Sempre".