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LA DENUNCIA

Gundogan: “A Dortmund non volevano darmi appartamento per via del cognome turco”

Gundogan (getty images)

Parla il centrocampista tedesco del Manchester City: "E quella volta che feci arrabbiare Klopp..."

Redazione ITASportPress

Ilkay Gündogan è sicuramente uno dei calciatori più importanti del panorama internazionale, specie dopo l'exploit prestazionale e in zona di gol di questa annata. Il tedesco di orgine turca, ora al Manchester City, ha parlato a Marca di diversi temi. Dalle sue origini, fino al calcio giocato tra Champions League e qualche aneddoto passato...

 Gundogan (getty images)

CHAMPIONS - "Voglio solo iniziare dicendo quanto amo la Champions League. Penso di parlare per molte persone della mia generazione quando dico che quelle serate di Champions League nei primi anni 2000 sono state molto speciali, soprattutto per i bambini come me che provengono da famiglie di immigrati", ha detto Gundogan sull'importanza della competizioni non solo a livello sportivo ma anche a carattere sociale. "Sono cresciuto a Gelsenkirchen con genitori turchi, e ogni volta che una squadra turca giocava in Europa, la mia famiglia fermava ciò che stavano facendo. Non immaginate quando il Galatasaray vinse la Coppa UEFA nel 2000".

"La finale di Champions che ho perso? Sarebbe stata la ciliegina sulla torta. Credo che quella gara mi perseguiterà per tutta la vita".

DISCRIMINAZIONE - A proposito di tedeschi di origine turca e di discriminazione, Gundogan ha raccontato un particolare retroscena: "Ero a Dortmund e cercavo un appartamento. Pensavo di essere preparato a tutto. Mi sbagliavo. Non dimenticherò mai quello che è successo. Cercavo un appartamento in città e ho sentito gli agenti immobiliari parlare di me. 'Hai visto il suo nome? Gundogan. Questo è turco. Se lo potrà permettere?'. Appena ho detto loro che ero un calciatore professionista hanno cambiato atteggiamento invitandomi ad entrare guardare e tutto. La cosa triste è che queste persone erano immigrate anche loro! Penso sia stato davvero triste".

INIZI - Tornando agli inizi della sua carriera: "Avevo appena realizzato il sogno di tutti i bambini di Gelsenkirchen: avevo un posto nell'accademia dello Schalke 04. Ma poi ho iniziato ad avere problemi alla caviglia. Sono andato a vedere un dottore e mi ha detto che avrei dovuto smettere di giocare per sei mesi. Dovevo indossare un 'calzino speciale' per la caviglia, il che significava che indossavo una scarpa piccola e una scarpa enorme. Non potevo nemmeno camminare. Quando la stagione finì, lo Schalke mi lasciò andare via".

KLOPP - Infine un simpatico aneddoto a proposito della sua esperienza al Borussia Dortmund sotto la guida di Jurgen Klopp arrivata dopo una crescita esponenziale dopo le avventure iniziale al Bochum e al Norimberga: "Una volta sono riuscito a far incazzare Jürgen Klopp. Avevamo una regola che se ti sentivi male prima di un allenamento, dovevi segnalarlo al medico della squadra. In questo modo avremmo evitato infortuni e Jürgen avrebbe saputo tutto il possibile".

"Una mattina ho sentito dolore al tendine del ginocchio. Ho detto al dottore 'Non preoccuparti, posso allenarmi. Non è un problema'. Ma lui ha avvisato Klopp che mi ha detto: 'Perché non mi hai mandato un messaggio' Conosci la regola'. Io gli ho detto che stavo bene ma lui sapeva che stavo stringendo i denti per allenarmi. Mi ha lanciato uno sguardo e mi ha detto urlando 'Fai quello che vuoi. Mi importa solo per te. Non voglio ti faccia male'".

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