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Carrera: “Nazionale? Non c’è talento. Se mi chiama l’Atalanta…”

Le parole dell'ex collaboratore di Antonio Conte in azzurro, alla Gazzetta dello Sport

Redazione ITASportPress

L'Italia è ancora tutta da ricostruire. Il ko in Nations League contro il Portogallo è la testimonianza di un gruppo ancora poco coeso e privo di idee. Il mister Roberto Mancini ha più volte sottolineato che servirà pazienza per trovare il giusto equilibrio, ma al momento la situazione appare decisamente critica.

Ma forse il problema va cercato alla radice. Almeno secondo Massimo Carrera, ex vice di Antonio Conte in azzurro e attuale tecnico dello Spartak Mosca. "Manca il talento. E i pochi che abbiamo faticano a trovar spazio. Situazione simile con Conte. Ci trovavamo in difficoltà, spesso guardavamo gare con solo 2 italiani su 22 in campo. Potete immaginare quanto sia arduo il compito di Roberto", ha spiegato in un'intervista concessa a La Gazzetta dello Sport.

EVENTUALI RIMEDI - Dunque si cercano soluzioni. "Cosa fare per uscirne? Discorso complesso, mi limito a fare un esempio: qui c’è l’obbligo dei 5 calciatori russi e questo, volente o nolente, aiuta la crescita dei giovani. Non so se possa essere una soluzione per l’Italia, ma il Mondiale della Russia è stato positivo. Forse anche per questo" ha aggiunto, facendo riferimento alla carenza di giovani italiani nelle squadre di Serie A".

FUTURO  - Carrera ha poi parlato dei propri obiettivi: "Vogliamo competere per il titolo. Siamo solamente dietro allo Zenit, in vantaggio di due punti. Per quanto riguarda la corsa alla vittoria le favorite sono sempre le stesse e ci aggiungo anche il Krasnodar. Il mio obiettivo è vincere qui".

SE CHIAMA LA DEA...- "Io al momento mi trovo molto bene qui, poi nel maggio 2019 discuteremo del rinnovo contrattuale. Mi trovo in una società molto organizzata e molto ambiziosa. Insomma è un top club. Adesso io non penso ad un ritorno in Italia. Una società che aveva pensato a Carrera è l'Atalanta, che ha individuato in lui il perfetto dopo-Gasperini in caso di addio: "Non potrei mai rifiutare un'offerta della Dea, ma per il momento sto bene qui. Anzi, rimarrò qui in Russia per i prossimi due anni, poi discuteremo del mio futuro".