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Klopp e la sfida contro l’Atletico in Champions: “Ero arrabbiato, poi mi sono reso conto di essere un idiota…”

Klopp, getty images

Il tecnico del Liverpool ricorda la gara contro i Colchoneros giocata in piena pandemia per coronavirus

Redazione ITASportPress

Un grande tecnico ma anche un grande personaggio. Jurgen Klopp non si smentisce e nel corso del documentario The End Storm, come riporta anche AS, racconta di come si sia sentito arrabbiato e poi piuttosto "stupido" dopo essere stato eliminato dalla Champions League nella passata stagione ad opera dell'Atletico Madrid. Attenzione, però, il tecnico del Liverpool è andato oltre il puro risultato della gara e il motivo è da ricercare nel contesto in cui è stata disputata la partita: ovvero in piena emergenza per la pandemia di coronavirus.

Il racconto di Klopp

 Atletico Madrid Liverpool (getty images)

"Avevamo giocato a Bournemouth il 7 marzo e avevamo 25 punti di vantaggio sul Manchester City che aveva perso il derby di Manchester in campionato", ha raccontato Klopp sulla scorsa stagione. "Ero comodo sul divano e stavo pensando quanto eravamo vicini a vincere la Premier League. Poi, mi son svegliato al lunedì con la notizia della chiusura di scuole e Università a Madrid, proprio sapendo che nella sfida di Champions League contro l'Atletico avremmo avuto ben 6000 persone che sarebbero venute e vedere il match. Sinceramente non aveva alcun senso".

Da qui, poi, arriva la gara: "È stata una notte molto difficile quella di preparazione alla gara. Dovevo dire ai miei giocatori di fare di tutto per vincere ma non sapevamo neppure cosa sarebbe accaduto il giorno dopo. Ok, abbiamo giocato, anche una bella partita secondo me e potevamo vincere. Però siamo stati eliminati. Mi ricordo che ero arrabbiato, anche molto. Ma dopo appena cinque minuti mi sono resto conto di essere un idiota". E la spiegazione è presto data: "Mi ero preoccupato di perdere una partita di calcio mentre il mondo attraversava uno dei momenti più bui e difficili che abbia mai dovuto affrontare".

E infine: "Sono tornato a casa e il giorno dopo mi è sembrato chiaro come il campionato si sarebbe poi dovuto fermare. Sapevo ci saremmo dovuti organizzare bene per dare un posto sicuro alla squadra. C'è stato un lavoro incredibile dietro", ha spiegato il manager tedesco in riferimento al successivo lockdown.