Lunga intervista rilasciata a Goal da parte del centrocampista del Real Madrid Toni Kroos che sta per tornare a disposizione di mister Carlo Ancelotti dopo la lunga assenza a causa di un problema fisico legato alla pubalgia. Il tedesco ha spiegato come ha vissuto l'ultima parte della scorsa stagione e come ha preso la decisione di fermarsi per le dovute terapie per risolvere definitivamente, si spera, il guaio.
VERSO IL RECUPERO
Kroos: “Pronto a tornare. Ho sofferto e giocavo sotto antidolorifici”
Il tedesco sta per fare il rientro in campo dopo lo stop forzato
RITORNO - "Sono contento perché oggi sono riuscito a fare il mio terzo allenamento con la squadra senza dolore, dopo sei o sette mesi di sofferenza, quindi è una bella sensazione", ha raccontato Kroos. "Non gioco da tre mesi, l'ultima partita è stata il 29 giugno, a Euro 2020, quindi devo prendere un po' di ritmo gara. Ma ribadisco, la cosa più importante è che non sento più molto fastidio. Ora possiamo parlare di partite e di rientro. Speravo di arrivare a questo punto". "Se sarò convocato per la gara in Champions di questa settimana? Mi sento preparato e penso di poter essere convocato. Parlerò con Ancelotti e, se lo ritiene rischioso e preferisce aspettare, lo ascolterò e analizzeremo il momento".
SENZA SOSTA - Ma dopo la gioia per il rientro ormai prossimo, il centrocampista tedesco ha rivelato quella che è stata la sua battaglia col dolore: "Sono già passate quasi otto settimane, negli ultimi cinque o sei mesi ho sempre saputo che sarei arrivato al punto in cui avrei dovuto fermarmi per recuperare. Ho iniziato a sentire dolore marzo o giù di lì, sapevo che c'era qualcosa nel pube. Da lì ho capito che se avessi continuato a giocare sarei arrivato al punto di non poterne più".
Ma Kroos non ha smesso di giocare subito: "Devo dire che è stato molto difficile smettere perché dovevo giocare i quarti e le semifinali di Champions League, poi l'Europeo... Poi mi sono detto che sarei andato in vacanza, per vedere se in quelle tre settimane sarebbe migliorato con il riposo. Quando sono tornato ad allenarmi a Madrid, ho provato e ho visto che non ero migliorato. Dovevo fermarmi".
SOFFERENZA - "È un infortunio difficile da far passare se non si fa nulla. Abbiamo lavorato tanto in palestra, tante terapie. Non è stato facile perché dopo tre o quattro settimane ho avuto due giorni buoni, pensavo di essere migliorato e poi ne ho avuti due altrettanto brutti di prima, tipo sei mesi fa. Mentalmente non è stato facile. La differenza rispetto agli altri infortuni che ho avuto è che è servita più pazienza, perché ho sofferto molto: volevo solo una cosa, non sentire dolore. Se avesse dovuto fermarsi per molte settimane, mi sarei fermato. La cosa più importante era non avere più lo stesso dolore".
"Se ho pensato di agire in via chirurgica? No, l'intervento non è stata un'opzione, non ci ho pensato perché preferisco sempre un trattamento conservativo, mi ha sempre aiutato fare così. Questo infortunio è durato un po' di più, è vero, ma ho giocato sei mesi con il dolore o con pillole per evitare di sentire male. Sapevo che sarebbe durato un po' di più".
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