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Maiorca-Barcellona, parla l’invasore: “Pianificato tutto prima del coronavirus ma la tensione mi ha fregato”

Barcellona invasione (getty images)

Il ragazzo voleva scattarsi una foto con Messi ma non ci è riuscito per la troppa agitazione e l'intervento degli stewards

Redazione ITASportPress

Non solo il pallone protagonista in Spagna, ma anche un invasore. Il poker del Barcellona al Maiorca rischia quasi di passare inosservato a seguito dell'invasione di campo avvenuta. Nonostante le porte chiuse, un giovane ragazzo è riuscito ad intrufolarsi nell'impianto e correre in mezzo al rettangolo di gioco nel disperato tentativo di scattarsi una foto con il suo idolo Messi.

Come riporta Sport, arrivano le primissime parole del diretto interessato che racconta nel dettaglio quegli istanti.

L'invasore racconta: "Avevo pianificato tutto ma i nervi..."

 Maiorca Barcellona invasore (getty images)

Non sa ancora se dovrà pagare una multa o cosa accadrà, ma il giovane, di origine francese ma residente a Maiorca racconta con orgoglio e un briciolo di delusione la sua serata: "Avevo pianificato tutto da prima del coronavirus. Messi è il mio idolo", ha detto il giovane. "Da prima che venisse rimandata la partita avevo intenzione di fare una foto con Messi. Lui è il mio idolo e ho sempre sognato incontrarlo. Il primo che ho visto sul campo è stato Jordi Alba e ho provato con lui. Poi ho visto Messi e sono andato nella sua direzione. La polizia mi ha preso e mi ha fatto rimuovere ogni cosa. Il mio piano è andato in rotoli per i miei nervi. Ero agitato. Devo dire che Jordi Alba mi ha proprio ignorato".

Ma la vera domanda che tutti si pongono è quella di come sia riuscito ad entrare allo stadio. Detto, fatto, arriva la spiegazione: "Ero con alcuni amici e abbiamo atteso il 40 ° minuto. Ho saltato un recinto di circa due metri e dagli spalti sono riuscito a scendere le scale fino al campo. Le forze dell'ordine mi hanno fatto eliminare la foto e firmare un documento con i miei dati. Mi diranno poi se dovrò pagare una multa oppure no. Gli stewards dello stadio mi hanno portato in una stanza da solo, poi è arrivata la polizia".

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