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Lugano, Renzetti: “Congiura per farci retrocedere e salvare lo Zurigo”

Gli ul­ti­mi emo­zio­nan­ti 90 mi­nu­ti del cam­pio­na­to, con Lu­ga­no e Zu­ri­go che si gio­che­ran­no la sal­vez­za ne­gli in­con­tri con San Gal­lo e Va­duz, stan­no ac­cen­den­do gli ani­mi. Sono in mol­ti...

Redazione ITASportPress

Gli ul­ti­mi emo­zio­nan­ti 90 mi­nu­ti del cam­pio­na­to, con Lu­ga­no e Zu­ri­go che si gio­che­ran­no la sal­vez­za ne­gli in­con­tri con San Gal­lo e Va­duz, stan­no ac­cen­den­do gli ani­mi. Sono in mol­ti ol­tre San Got­tar­do, per in­te­res­si vari, a spe­ra­re che in Chal­len­ge Lea­gue non scen­da la squa­dra zu­ri­ghe­se. L'au­to­re­vo­le Blick nel­le ul­ti­me set­ti­ma­ne non fa mi­ste­ro del­le sue sim­pa­tie. E schie­ra i suoi can­no­ni a so­ste­gno del­la tesi.

VELENI - Tra le al­tre per­le un'in­ter­vi­sta al pre­si­den­te del Sion Co­stan­tin che -alla vi­gi­lia del­lo scon­tro del Tour­bil­lon-  avreb­be det­to "lo Zu­ri­go mi pia­ce". Ma il mas­si­mo vie­ne rag­giun­to nell'edi­zio­ne di oggi. Il com­men­to del re­spon­sa­bi­le del cal­cio del quo­ti­dia­no zu­ri­ghe­se é un pres­san­te in­vi­to al San Gal­lo af­fin­ché si com­por­ti in modo spor­ti­vo nel­la tra­sfer­ta lu­ga­ne­se. Una mi­nac­cio­sa esor­ta­zio­ne al fair play che non fa­reb­be una grin­za se fos­se sta­ta uti­liz­za­ta an­che in al­tre oc­ca­sio­ni (ri­cor­da­te il pa­reg­gio del Ba­si­lea a Va­duz tan­to per fare un esem­pio?). E che dire del­le di­chia­ra­zio­ni del bom­ber del Va­duz Sa­di­ku: "con­tro lo Zu­ri­go non vo­glio gio­ca­re me ne vado in ri­ti­ro con l'Al­ba­nia". Stai a ve­de­re che l'uni­ca squa­dra del cam­pio­na­to che deve met­ter­ci il 110 per cen­to di im­pe­gno é il San Gal­lo. Per qua­le mo­ti­vo? Ma per­ché gio­ca con­tro il Lu­ga­no che se­con­do mol­ti, al di là del­le alpi, é il club che "deve" re­tro­ce­de­re in Chal­len­ge Lea­gue. PS: Quan­do nel fi­na­le del­lo scor­so cam­pio­na­to una squa­dra (il Wo­hlen) andò in va­can­za alla vi­gi­lia di una par­ti­ta che avreb­be po­tu­to es­se­re de­ci­si­va (con il Ser­vet­te che lot­ta­va con il Lu­ga­no per la pro­mo­zio­ne) non ci pare di ri­cor­da­re in­ter­ven­ti di chic­ches­sia. Ma si sa l'in­di­gna­zio­ne e il sen­so di giu­sti­zia in cer­ti casi fun­zio­na­no a oro­lo­ge­ria.

COMUNICATI - Il Lu­ga­no ha il de­sti­no nel­le pro­prie mani. E' que­sto é un pun­to di par­ten­za im­por­tan­te. La squa­dra bian­co­ne­ra me­ri­ta di re­sta­re in Su­per Lea­gue per il gio­co che ha mo­stra­to sui di­ver­si cam­pi e per il co­rag­gio di af­fron­ta­re ogni in­con­tro con l'obiet­ti­vo dei tre pun­ti. Sen­za ostru­zio­ni­smi o tat­ti­che di­fen­si­vi­sti­che.

L'an­da­men­to al­ta­le­nan­te del cam­pio­na­to ha fat­to sì che si ar­ri­vi all'ul­ti­ma gior­na­ta sen­za la cer­tez­za del­la per­ma­nen­za nell'élite del cal­cio sviz­ze­ro. Il pun­to di van­tag­gio sul­lo Zu­ri­go é co­mun­que pre­zio­so. Gio­ca­to­ri, staff e di­ri­gen­za sono con­sci che la sal­vez­za sa­reb­be un mi­ra­co­lo con­si­de­ra­to il bud­get a di­spo­si­zio­ne e gli even­ti che han­no ca­rat­te­riz­za­to la sta­gio­ne. Non da ul­ti­mo gli in­for­tu­ni che han­no tol­to di sce­na, nel mo­men­to cru­cia­le, ele­men­ti im­por­tan­ti come Cu­li­na, Pa­da­li­no e Da­t­ko­vic.

Sul lat­te ver­sa­to e su quan­to é ac­ca­du­to fi­no­ra é inu­ti­le pian­ge­re.  A Va­duz la squa­dra non si é espres­sa al me­glio e i gio­ca­to­ri ne sono con­sci. Lo choc ini­zia­le dell'in­for­tu­nio a Sab­ba­ti­ni può giu­sti­fi­ca­re al­me­no in par­te l'ul­te­rio­re ca­ri­co emo­ti­vo che ha pe­sa­to su Bot­ta­ni e com­pa­gni. Ma il de­sti­no (vedi la pa­ra­ta di Sal­vi sul ri­go­re di Sa­di­ku e l'asta col­pi­ta da Co­stan­zo) non ha vo­lu­to in­fie­ri­re sul Lu­ga­no. Ci pre­sen­tia­mo all'ul­ti­mo atto del cam­pio­na­to con la pos­si­bi­lità di sal­var­ci con le no­stre for­ze, sen­za di­pen­de­re da nes­su­no. Ed é quan­to la squa­dra con­ta di fare.

PAROLE - «Mercoledì non giocheremo contro il San Gallo - spiega a Tio.ch il presidente del Lugano, Angelo Renzetti - ci scontreremo con il sistema. Quando sta accadendo oltre Gottardo, con la stampa palesemente schierata contro di noi e a favore dei biancoblù, è davvero ingiustificabile. Avete per caso mai letto una critica nei confronti di Canepa, che per far grande il suo Zurigo ha speso milioni? Mai. La verità è che i tigurini sono un club importante e seguito e per questo nessuno li bastona. O almeno, preferiscono prendersela con il piccolo Lugano piuttosto che guardare a quel che sta combinando la "loro" squadra. La verità è che sperano di farci fuori».

Il Lugano teme per quel che potrà accadere?

«Paura? Dobbiamo averne. Una sana paura, dico io. La permanenza in Super League è nelle nostre mani ma davvero, a questo punto, mi pare che la lotta sia tra Davide e Golia. Tutte le parole, gli articoli, gli editoriali pubblicati dal Blick e dagli altri giornali svizzero-tedeschi sono pericolosi. Possono finire con l'influenzare i direttori di gara. E questo sarebbe un disastro».

L'anno scorso, in questo periodo, ci fu la querelle con lo Sciaffusa per i "premi a vincere". Teme possa ripetersi qualcosa del genere? Teme che lo Zurigo possa spingere in qualche modo il San Gallo?

«Vista la sentenza, non sarebbe illegale. Però non voglio pensarci. Ciò che non capisco è perché nessuno, oltre Gottardo, guardi al Vaduz. Non capisco come mister Forte possa dire, serenamente, «Al Vaduz regaleremo una cassa di birra». Pare quasi che lo scontro del Letzigrund sia già deciso e che si speri che il San Gallo faccia più del suo dovere a Cornaredo. E tutto ciò non mi piace».